Lunedì 23 Dicembre 2024

Pensioni, cosa cambia dopo Quota 100: gli scenari secondo il presidente Inps

Pasquale Tridico

Bocciata Quota 100. Adesso si ragiona sul dopo. Che succederà una volta superata questa misura? Il presidente dell'Inps Pasquale Tridico ha le idee chiare: "Per il dopo non partiamo da zero - aggiunge - esistono già nel sistema varie forme di anticipo, sulle quali bisognerebbe concentrarsi. I sindacati dicono di volere la flessibilità e propongono Quota 41, ma questa in realtà è una forma di rigidità, come del resto lo era Quota 100". Quota 100, dopo due anni e mezzo di applicazione si presta a un bilancio. "L'anticipo - dice Tridico in un'intervista a Il Messaggero - è stato usato soprattutto da lavoratori maschi, nel settore pubblico e con redditi medio alti. E non sembra che abbia prodotto l'auspicato ricambio generazionale". Per Tridico, "Quota 41 è iniqua ad esempio per le donne, oltre ad essere molto costosa per il bilancio dello Stato". E alla domanda su quanto sia costosa, risponde: "Fino a 9 miliardi l'anno, partendo da oltre 4 subito. Abbiamo uno strumento, l'Ape sociale, che andrebbe rafforzato facendo entrare altre categorie degne di protezione, ma sulle base dell'effettiva gravosità delle singole mansioni - prosegue - e questo all'interno di un sistema contributivo che ormai è la regola. Nella visione della flessibilità io avevo proposto anche un doppio canale, uscita a 63 anni con la quota contributiva, mentre la pensione completa scatterebbe ai 67". "Un meccanismo del genere - sottolinea - porterebbe sostenibilità per i conti pubblici e flessibilità; ma se non lo si adotta, allora la via è quella degli interventi chirurgici come appunto l'estensione dell'Ape sociale e delle regole per i lavori usuranti. Anche l'Europa ci chiede di non tornare indietro sulle riforme previdenziali: d'altra parte abbiamo deciso che i nostri figli avranno queste regole e quindi a maggior ragione devono andare bene per noi".

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