Un emendamento depositato ieri dal governo regionale rimpingua di circa 15 milioni il cofinanziamento della spesa dei fondi europei. Lo scrive Antonio Giordano in un articolo sul Giornale di Sicilia in edicola. Il testo è all’esame della commissione Bilancio dell'Ars, che dovrebbe concludere i lavori oggi prima di una nuova seduta d’Aula. Una misura attesa soprattutto dal settore della formazione professionale, che ieri ha annunciato l'avvio delle procedure di licenziamento collettivo del personale.
Nel frattempo, questo pomeriggio la giunta esaminerà l’accertamento dei residui che sono giunti dai diversi dipartimenti dell’amministrazione. In questo modo si pensa di poter sbloccare la situazione della cassa regionale che sta causando disagi e preoccupazioni soprattutto nel settore della formazione, in attesa di chiudere le trattative con lo Stato per la compartecipazione al risanamento della finanza pubblica con una serie di incontri che dovrebbero portare ad una soluzione a settembre. Il governo regionale conta di non dover versare la stessa cifra degli anni precedenti dal momento che gli accordi sul tema sono scaduti e non validi per l’anno in corso.
«Se noi mettessimo il miliardo di concorso per il risanamento di finanza pubblica, saremmo noi a riconoscere un accordo che oggi non è più valido», ha spiegato l’assessore all’economia Gaetano Armao, ieri sera in Aula, annunciando l’emendamento. «Il Pd è pronto a sostenere in Ars norme per sbloccare investimenti, bandi con fondi europei e pagamenti, in favore delle imprese e del lavoro - spiega il capogruppo del Pd Giuseppe Lupo - ma il governo regionale non ha presentato alcun provvedimento per rimediare agli errori della Finanziaria». Si saprà qualcosa in più oggi alle 12 quando è chiamata a riunirsi l’Ars subito dopo la riunione della commissione bilancio.
Preoccupazioni anche per le casse dei Comuni. Sono circa trecento le amministrazioni che rischiano di non approvare i bilanci di previsione in tempo, ovvero entro il 31 luglio, dopodomani. Una questione di emergenza che è stata più volte segnalata dall’Anci Sicilia, l'associazione dei Comuni, e che adesso diventa sempre più urgente. «L’imminente scadenza al 31 luglio per l’approvazione dei bilanci rischia di mettere in ginocchio centinaia di comuni che in mancanza di una proroga non saranno in condizioni di approvare tali strumenti finanziari», spiega il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia. «Attendiamo che venga confermata la riunione richiesta dalla nostra Associazione per l’attivazione di un tavolo interistituzionale tra governo, Regione e comuni siciliani. Si impone una proroga».
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