Evasione fiscale, Ruffini: "I dati per combatterla ci sono ma non siamo autorizzati a usarli"
"Abbiamo una grande risorsa che potrebbe essere utile a tutti noi. Mi riferisco alla montagna di evasione fiscale che se recuperata potrebbe essere messa a disposizione di un progetto comune e per far ripartire il motore del Paese, perché con poca benzina non si può andare lontano". E' quanto afferma il numero uno dell'Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, in un'intervista al Corriere della Sera. L'evasione, secondo Ruffini, "è ancora troppo elevata per varie ragioni a partire dalle radici storiche e culturali. In realtà, però, i dati degli ultimi anni ci dicono che sta lentamente diminuendo. E oggi la pandemia ci ha fatto capire ancora di più quanto sia importante pagare le tasse per avere servizi essenziali efficienti. Negli ultimi anni la digitalizzazione ha permesso significativi passi avanti e il patrimonio di dati e informazioni di cui disponiamo consentirebbe risultati ancora maggiori. Ma se non siamo autorizzati a utilizzarli, la lotta all'evasione fiscale avrà sempre le armi spuntate: è come avere un bolide ma tenerlo parcheggiato in garage". Per il numero uno dell'Agenzia delle entrate i tempi "sono maturi" per una riforma fiscale "che sia ampiamente condivisa per garantire che le nuove regole abbiano una certa stabilità nel tempo ed evitare che dai cittadini alle imprese agli operatori del settore, amministrazione compresa, debbano continuamente adattarsi a mutate cornici normative". Tra i punti a cui mettere mano c'è quello della "giungla di norme che caratterizzano l'intero sistema tributario. Ma le leggi, da sole, non sono sufficienti a cambiare la vita dei cittadini. Anche la migliore delle norme senza un'amministrazione in grado di attuarla diventa inefficace - conclude Ruffini - Alla pubblica amministrazione servono risorse infrastrutturali, capacità organizzativa e, dunque, risorse umane sempre più specializzate".