Più di 24mila assunzioni per dare gambe solide al Recovery plan italiano: contratti a termine per super-esperti, professionisti, dirigenti e vincitori di concorso, ma anche giovani apprendisti, per essere pronti a monitorare e attuare il piano monstre di ripresa e resilienza, già da luglio, quando potrebbe arrivare la prima tranche da 25 miliardi. Il premier Mario Draghi incassa in Consiglio dei ministri il via libera al 'terzo' pilastro per la «messa a terra» del Recovery, dopo le norme su semplificazioni e governance.
Il decreto legge per il reclutamento nella pubblica amministrazione prevede 24mila assunzioni, tutte a tempo determinato. Lo ha affermato il ministro Renato Brunetta, al termine del Cdm.
Ci saranno 22mila assunzioni nella giustizia, 1000 nelle regioni ed enti locali, 500 per rendicontare le spese del Pnrr, 405 di addetti informatici per la transizione digitale.
Sono le prime tre delle oltre «quaranta» riforme necessarie per non perdere gli oltre duecento miliardi europei. Ma il via libera alle norme sulle assunzioni nella Pa arriva dopo non pochi mal di pancia tra i ministri e nella maggioranza: parte del M5s lamenta un decreto poco a misura di giovani e Roberto Cingolani chiede un rafforzamento del suo ministero della Transizione ecologica che, dopo sospensione del Cdm, viene rinviato a successiva riunione.
«Non faremo infornate, investimenti sbagliati, riforme sbagliate», afferma Brunetta. Le tensioni, ammette, ci sono state ma «più che altro con le tecnocrazie burocratiche conservatrici, ma non tra ministri: tra un apparato strutturato stazionario, obsoleto, e la necessità dell’innovazione».
In Consiglio dei ministri la discussione non si infiamma, ma le ministre Elena Bonetti, Fabiana Dadone, con la titolare della Giustizia Marta Cartabia, chiedono di rafforzare la garanzia della parità di genere, pur non potendo stabilire - per il pubblico - quote riservate alle assunzioni di donne e giovani come fatto per le aziende private per i progetti del Recovery. Cingolani chiede di rafforzare l’organizzazione del ministero della Transizione ecologica, anche con risorse in arrivo da società collegate, ma dopo una verifica tecnica - che comporta una breve sospensione del Cdm - l’intervento viene rinviato a un successivo decreto.
Ai ministri in Consiglio viene assicurato anche che ci sarà coordinamento, nella fase di conversione del decreto, sugli emendamenti che riguardano le altre amministrazioni. Qualche mal di pancia emerge già tra i parlamentari: le deputate M5s Elena Baldino e Vittoria Tripodi chiedono di cambiare il decreto perché - sostengono - «tarpa le ali ai giovani». Sub iudice è in particolare una norma che consentirebbe di assoldare personale in quiescenza come i pensionati, con funzioni dirigenziali e uno stipendio, in deroga alla normativa che stabilisce solo incarichi gratuiti e per non oltre un anno. Alla fine la norma viene riscritta e resta il vincolo della gratuità. Il decreto, dunque. Si compone di due parti, la prima disciplina i concorsi e le modalità di arruolamento del personale pubblico, la seconda dispone le assunzioni, tutte a termine e legate al Recovery plan, quindi con durata non oltre il 2026.
Il piano prevede anche «premi» ai dipendenti pubblici. Ma a fare la parte del leone è la giustizia: arrivano 16.500 assunzioni a termine all’ufficio del processo e 5.410 unità di personale amministrativo, per coprire le professionalità esterne che servono alla digitalizzazione dei tribunali, come esperti informatici, tecnici di edilizia, analisti di organizzazione. Un concorso rapido, con una sola prova orale, sarà indetto entro 30 giorni, poi, per l’assunzione di 500 persone (potranno salire a 800 in caso di necessità) per la governance del Recovery plan: 80 di queste (non le 350 inizialmente previste) sono destinate alla Ragioneria dello Stato. Arrivano anche 1000 persone a supporto degli enti locali «nella gestione delle procedure complesse"; 400 assunti all’unità per la transizione digitale; 67 all’Agid. E ancora: 9 dirigenti rafforzeranno il ministero dell’Economia e le sedi territoriali della Ragioneria, dieci esperti potranno essere assunti alla Ragioneria e altri 160 presso le altre amministrazioni per l’attuazione del piano.
«Tutti i contenuti sono concordati con l’Ue e questo ci rassicura», spiega ancora Brunetta. In particolare, a garanzia dell’osservanza delle linee guida del Recovery plan, i fondi europei potranno essere spesi dalle pubbliche amministrazioni per successive assunzioni solo dopo stretta verifica della Ragioneria, se legate ai singoli progetti e ai fondi ad hoc stanziati. In caso contrario, dovranno assumere con propri fondi.
Quanto alle procedure destinate a portare una «ventata di modernità» nella Pa, sono previsti concorsi semplificati per titoli e con una sola prova scritta e un portale unico per assoldare, sul modello Linkedin, professionisti iscritti agli albi e figure altamente specializzate. Ai nuovi assunti in relazione al Recovery plan potrà essere revocato l’incarico se non raggiungono gli obiettivi, mentre per i concorsi ordinari della Pa godranno di una «riserva» di posti in nome delle competenze acquisite. Il governo stanzia 700 milioni per l'apprendistato di diplomati e laureandi. Quanto alla più generale riforma della Pa, saltano i tetti alla contrattazione di secondo livello, il 50% dei posti di dirigente di prima fascia viene messo a concorso. E arriva per le amministrazioni con più di 50 dipendenti l’obbligo di elaborare un piano triennale per garantire digitalizzazione, pari opportunità, smart working, accessibilità, formazione, con l'obiettivo di maggiore «qualità», certificata dagli utenti anche con una valutazione della loro soddisfazione.
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