La Commissione europea ha emanato le sue linee guida per l'abolizione della plastica monouso dal 3 luglio di quest'anno. Ma in Italia, Bruxelles è riuscita a scontentare sia il governo sia Confindustria. Nel 2019 la Ue ha approvato la direttiva SUP (Single Use Plastic), che dal 2021 mette al bando le plastiche monouso più inquinanti.
Cosa sarà vietato
Dal 3 luglio 2021, dunque, non potranno più essere utilizzati una serie di oggetti di uso quotidiano realizzati in plastica monouso, considerata la più inquinante. Tra gli oggetti in questione ci sono bastoncini cotonati (i cotton fioc), posate, piatti, cannucce, palette, bastoncini per palloncini, tazze, contenitori per alimenti e bevande in polistirolo e tutti i prodotti in plastica oxo-degradabile (cioè la plastica tradizionale trattata con sostanze che in natura la fanno frantumare in pezzetti).
Prime spine per la transizione ecologica
Il 31 maggio la Commissione ha approvato le linee guida per l'entrata in vigore del bando dal 3 luglio. In queste linee guida, è stato infilato l'obbligo (non previsto nella direttiva) di ridurre i consumi di piatti, bicchieri e imballaggi di carta ricoperta di un velo di plastica. L'industria italiana è fortissima nella produzione di questi prodotti, che hanno un contenuto di polimeri inferiore al 10% e si riciclano con l'altra carta. L'inserimento all'ultimo minuto di una norma contro gli imballaggi di carta plastificata, è stato visto in Italia come un attacco all'industria nazionale.
Polemica politica
"Le linee guida Ue su Direttiva SUP chiudono di fatto un intero settore industriale - ha twittato oggi il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi -. Non vedo reazione decisa e coesa da politica, sindacati, imprese. Sembra non interessi il futuro dei lavoratori del settore del packaging, eccellenza italiana nel mondo!". Della stessa opinione di Bonomi è il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti (Lega). "La consapevolezza ambientale, progetto condivisibile e obiettivo da perseguire - ha detto -, non può ignorare le conseguenze di un approccio ideologico che penalizza le industrie italiane, lasciando sul terreno 'morti e feriti' in termini di fallimenti aziendali e disoccupazione". Giorgetti aveva già sollevato il problema nei giorni scorsi con i commissari Margrethe Vestager (Concorrenza) e Paolo Gentiloni (Economia), ma senza risultati. La direttiva SUP secondo il governo non colpisce solo la carta plastificata. Danneggia anche un altro settore dove l'Italia è all'avanguardia in Europa: le bioplastiche biodegradabili. "È una direttiva assurda, per la quale va bene solo la plastica che si ricicla - ha detto stamani il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani -. L'Europa ha dato una definizione di plastica stranissima, solo quella riciclabile. Tutte le altre, anche se sono biodegradabili o sono additivate di qualcosa, non vanno bene. La nostra comunità scientifica ha una leadership a livello mondiale sullo sviluppo di materiali biodegradabili, ma in questo momento non sono utilizzabili dall'industria, perché c'è una direttiva europea nuova e assurda". E il bello, aggiunge il ministro, è che "la Ue sta finanziando grandi progetti europei per sviluppare plastiche biodegradabili. Anche a livello continentale ci sono segnali contrastanti, che vanno chiariti".