Il Recovery plan, presentato da Draghi alla Camera, consente l'attuazione dell'assegno unico per i figli. Entro giugno dovrebbe essere chiuso l'esame dei decreti attuativi per mantenere l'impegno di attivare il nuovo strumento universale di sostegno alle famiglie dall'1 luglio.
"Grazie all'azione di questo Parlamento, l'assegno unico diventerà lo strumento centrale e onnicomprensivo per il sostegno alle famiglie con figli, in sostituzione delle misure frammentarie fino ad oggi vigenti - ha detto il premier illustrando il Recovery plan nell'Aula della Camera -. È una riforma che rappresenta un cambio di paradigma nelle politiche per la famiglia e a sostegno della natalità".
L'assegno unico è una svolta nelle misure per le famiglie caldeggiata da più fronti e sulla quale nei giorni scorsi si era speso anche il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, in un editoriale su Avvenire "Mai come oggi, infatti, in questa società impoverita e sfilacciata, c'è bisogno di rammendare le fila di un tessuto sociale sempre più sfibrato attraverso l'esperienza e la sapienza della famiglia".
A chi spetta
L'assegno unico spetta a tutte le famiglie con figli (dal settimo mese di gravidanza a 21 anni), e non fa distinzione tra lavoratori dipendenti ed autonomi. Il contributo economico mensile dipenderà dalla situazione economica del richiedente, in base all'Isee. Sarà compatibile con altre forme di sostegno e si potrà ottenere un massimo 250 euro al mese.
Le misure che verranno sostituite
L'assegno unico consentirà di eliminare quello ai nuclei con almeno tre figli minori, l’assegno di natalità, il premio alla nascita o all’adozione (l’una tantum di 800 euro), il fondo di sostegno alla natalità. E poi ci sono altre due misure gradualmente superate o soppresse, ovvero le detrazioni Irpef per figli a carico e l’assegno per il nucleo familiare.
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