Decreto Sostegni, 2 mila domande in 10 minuti per i contributi a fondo perduto: come fare e a chi spettano
Da oggi si può richiedere il contributo a fondo perduto che il decreto Sostegni ha previsto per chi è titolare di una partita Iva ed esercita un'attività di impresa, un'attività artistica, professionale o ha un reddito agrario o assimilato (ad esempio un agriturismo). "Nei primi 10 minuti sono arrivate più di 2.000 richieste". Sono i primi numeri resi noti su Twitter dal viceministro dell'Economia, Laura Castelli. Con l'avvio della procedura giungono anche le critiche da parte dei tecnici del Senato che hanno presentato un dossier di analisi e commenti sul decreto Sostegni. In particolare, è proprio sull'art.1, che prevede crediti a fondo perduto, che gli esperti del Senato osservano come "la determinazione degli oneri" pur corretta "non fornisce tuttavia alcun dato che consenta un riscontro, perlomeno di massima, della quantificazione" degli stessi oneri ed evidenzia anche "perplessità in merito alla quota di copertura (330 milioni) mediante corrispondente versamento all'entrata del bilancio dello Stato, da parte dell'Agenzia delle entrate, delle somme alla stessa Agenzia trasferite". Niente comunque che possa compromettere la macchina della distribuzione dei fondi che partirà da oggi, come le precedenti richieste di fondi elargiti dallo Stato a titolo di ristoro delle perdite economiche subite a causa della pandemia (siamo al quinto provvedimento).
Crediti a fondo perduto, come presentare la domanda
Questa volta la domanda on line dovrà essere presentata attraverso il sito dell'Agenzia delle Entrate alla sezione "Fatture e corrispettivi" messa a punto da Sogei. Le domande potranno essere inviate anche attraverso un intermediario. Se si rispetteranno i tempi per operazioni analoghe le operazioni saranno fattibili a partire della tarda mattinata di oggi ma si avrà tempo fino al 28 maggio per inviare le richieste.
Chi può presentare le domande
Due i requisiti per accedere al sostegno: aver conseguito nel 2019 ricavi o compensi non superiori a 10 milioni di euro e aver registrato nel 2020 un calo mensile medio del fatturato e dei corrispettivi rispetto al 2019 di almeno il 30%. Sono esclusi dal contributo chi ha cessato l'attività prima dell'entrata in vigore del decreto, ma spetta agli eredi dell'attività stessa. Un provvedimento dell'Agenzia delle Entrate ha chiarito che per chi ha attivato la partita Iva a partire dal 1° gennaio 2019 "il contributo a fondo perduto spetta a prescindere dalla circostanza che essi abbiano registrato un calo del 30 per cento della media mensile del fatturato del 2020 rispetto alla corrispondente media del 2019", se ovviamente il loro fatturato è stato inferiore a 10 milioni di euro. Se un soggetto svolge più attività, il limite dei 10milioni di euro riguarda la somma dei ricavi o compensi riferiti a tutte le attività esercitate.
Quanto si potrà richiedere
L'ammontare del contributo è determinato applicando una percentuale alla differenza tra l'ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi 2020 e l'ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi 2019 secondo questo schema riassuntivo. Questa percentuale è del 60% se i ricavi e i compensi dell'anno 2019 non superano la soglia di 100mila euro. Del 50% se i ricavi e i compensi dell'anno 2019 superano la soglia di 100mila euro fino a 400mila. Del 40% se i ricavi e i compensi dell'anno 2019 superano la soglia di 400mila euro fino a 1 milione; del 30% se i ricavi e i compensi dell'anno 2019 superano la soglia di 1milione di euro fino a 5 milioni; del 20% se i ricavi e i compensi dell'anno 2019 superano la soglia di 5 milioni di euro fino a 10 milioni. È comunque garantito un contributo minimo non inferiore a 1.000 euro per le persone fisiche e a 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche. L'importo del contributo riconosciuto non può in ogni caso superare 150.000 euro.