Dipendenti pubblici, firmato il patto per l'innovazione: 107 euro di aumento e smart working
Arriva il «Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale» firmato a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio Mario Draghi e dal ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. Il governo emanerà in tempi brevi gli atti di indirizzo all’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni) per il riavvio della stagione contrattuale: i rinnovi interessano 3,2 milioni di dipendenti pubblici per un aumento medio di circa 107 euro. Con l’importante novità che saltano i limiti indicati nel 2017 ai premi di produttività nella Pubblica amministrazione. Nei futuri contratti collettivi nazionali del pubblico impiego, inoltre, sarà definita una disciplina normativa ed economica del lavoro agile (smart working) che superi l’attuale assetto emergenziale garantendo condizioni di lavoro trasparenti e conciliando le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con quelle delle pubbliche amministrazioni. «Ci tengo al dialogo e al confronto con i sindacati». Il presidente del Consiglio ha aperto con queste parole il suo intervento a Palazzo Chigi. Draghi sottolinea: «La pandemia e il Pnrr richiedono nuove professionalità. Lo smart working ha cambiato il modo di lavorare. Bisogna investire in formazione. L’età media del pubblico impiego è di 51 anni. Nel 2001 era di 43 anni. Nel settore pubblico c'è molto da fare, perché se i servizi pubblici non funzionano, si crea una società più ingiusta. La pandemia ha rivelato la centralità del settore pubblico». Per Draghi «la pandemia e il piano di rilancio e resilienza richiedono nuove professionalità e nuove forme di lavoro. Nuove professionalità richiedono investimenti e nuove regole. Questo è quello che oggi stiamo cominciando. Se la Pa funziona - dice Draghi - la società funziona, e se non funziona la società diventa più fragile e più ingiusta. Questo è sempre vero e con la pandemia è ancora più vero». Per la formazione della pubblica amministrazione «si spendono ben 48 euro, e lo dico ironicamente, e si spende un solo giorno per la formazione del personale pubblico». Draghi aggiunge: «L'età media del personale oggi è 50, quasi 51 anni, 20 anni fa era di 43 anni, dal punto di vista demografico, per ragioni che vengono da eventi lontani, c'è stato un progressivo indebolimento della struttura demografica della Pa». Draghi ringrazia i sindacati: «Nel corso delle consultazioni ho avuto modo di esprimervi quanto io tenga a questo confronto e questo dialogo. Oggi è la prima occasione formale, dopo la formazione del governo, di cui vi ringrazio molto. La pandemia ci ha rivelato la centralità del settore pubblico nel proteggere il nostro modo di vita e la qualità della nostra vita. Inoltre oggi c'è il piano di ripresa e resilienza. Questi due eventi richiedono nuove professionalità, e quindi investimenti in formazione. Quindi nuove forme di lavoro, nuove professionalità, che a loro volta chiedono nuovi investimenti e nuove regole. Questo è quello che cominciamo oggi. Il patto di oggi è importante ma è solo un primo passo. Molto, se non quasi tutto, resta da fare».