I consumi di legumi sono aumentati del 15% con valori che vanno dal +12% per i ceci al +28% per i fagioli che si classificano come i più amati dagli italiani nell’anno del Covid. È quanto emerge da un’analisi Coldiretti su dati Nielsen, in occasione della Giornata mondiale dei legumi istituita dalla Fao.
A far crescere la domanda, sottolinea la Coldiretti, è la svolta green nelle scelte di acquisto dei consumatori con la tendenza a mettere nel carrello cibi più salutari, ma anche i lockdown che inducono a fare scorte di prodotti a lunga conservazione, convenienti mantenendo alta la qualità nutrizionale. Ad aumentare sono anche i prodotti trasformati a base di farina di legumi, come biscotti, crackers, pasta e sostituti del pane.
I più diffusi in Italia sono fagioli, piselli, lenticchie, ceci e fave oltre a cicerchie, lupini e soia, ma molte sono anche le produzioni tipiche di qualità riconosciute dall’Unione Europea come i fagioli di Rotonda, di Atina, di Sarconi, di Sorana, di Cuneo, vallata bellunese oltre alle lenticchie Castelluccio e di Alatmura. Coltivazioni nazionali diffuse su oltre 150 mila ettari, ai quali se ne aggiungono 273 mila seminati a soia. Una produzione che si è drasticamente ridotta rispetto al passato, accentuando la dipendenza dall’estero. Come denuncia la Coldiretti, il comparto è pressato da importazioni a basso costo e ridotta qualità.
In piena pandemia da Covid, ad esempio, sono arrivati in Italia 389 milioni di chili di legumi, in crescita del 27% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A raddoppiare, segnala la Coldiretti, sono ceci (+105%), lenticchie (+45%), fave (+23,5%), piselli (+20,8%) e fagioli (+23,5%) sulla base dei dati Istat relativi ai primi dieci mesi del 2020. ANSA
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