L’anno «più difficile» della storia di Ryanair (e di tutto il settore aereo) si chiuderà per il vettore low cost con una perdita compresa tra gli 850 e i 950 milioni di euro, dopo che anche il terzo trimestre dell’esercizio 2020/21 è stato sferzato dalla pandemia e il quarto non lascia intravedere spiragli di ripresa.
Il vettore irlandese ha annunciato un rosso trimestrale, al netto delle partite straordinarie, di 306 milioni di euro, che porta le perdite dei primi nove mesi a toccare il mezzo miliardo. Tra ottobre e dicembre lockdown e restrizioni hanno fatto crollare i passeggeri, rispetto a un anno fa, del 78%, da 35,9 a 8,1 milioni, e i ricavi dell’82%, a 340 milioni.
«Il Covid 19 continua a provocare grandi danni all’industria. Il traffico natalizio e di Capodanno è stato severamente impattato dai divieti di viaggio imposti da molti governi il 19 e 20 dicembre», ha spiegato Ryanair, costretta a tagliare nuovamente le stime sul traffico 2020/21: da un massimo di 35 milioni di passeggeri a un range compreso tra i 26 e i 30 milioni «con più rischi verso la parte bassa della forchetta».
Pesano sulla previsione «gli ultimi lock-down e la richiesta di test Covid prima dello sbarco» che, stima Ryanair, ridurranno «significativamente la programmazione e il traffico fino a Pasqua». Il ceo di Ryanair, Micheal O'Leary, cerca segni di schiarita nel terzo trimestre: «Ci aspettiamo una forte ripresa dei viaggi in estate grazie al successo dei piani di vaccinazione».
L'obiettivo del vettore irlandese è guadagnare quote di mercato, in uscita dalla pandemia, approfittando delle cattive acque in cui navigano le altre compagnie europee. Ryanair rivendica di disporre di «uno dei bilanci più solidi» dell’industria, grazie a 3,5 miliardi di liquidità alimentati a settembre da un aumento da 400 milioni e da un bond da 850 milioni, e di una flotta in espansione, grazie al recente acquisto di altri 75 Boeing Max 737.
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