Non c'è intesa tra gli alleati sugli oltre 35 milioni di cartelle che da febbraio rischiano di nuovo di abbattersi sui contribuenti dopo quasi un anno di sospensione causa Covid. Al momento ci sono due opzioni in campo: intervenire subito per dare un segnale a chi ha più sofferto la crisi o approvare una ulteriore semplice proroga, per lasciare il tempo al nuovo governo di decidere come procedere. Fino a questo momento però l'accordo latita. Scontato invece oramai che sarà lasciata al prossimo esecutivo la distribuzione dei 32 miliardi di scostamento con il varo del decreto Ristori 5, sempre che si arrivi a breve a una ricomposizione della crisi. Le riunioni al Mef continuano, ha assicurato alla platea di Telefisco il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, specificando però che "vista la fase particolare che stiamo attraversando ci limitiamo a lavorare perché sia pronto un provvedimento ma poi seguiremo l'evoluzione della crisi". Lo schema di massima resta quello di un intervento "perequativo" per rimediare alle "distorsioni" del primo pacchetto di ristori legati alle perdite del mese di aprile insieme ai nuovi aiuti "per il 2021, per accompagnare questa ulteriore fase di restrizioni legate alla pandemia con delle misure di sostegno". Il ministro ha confermato che ci saranno i fondi necessari "per prolungare la cassa integrazione in deroga" che, secondo la collega del Lavoro Nunzia Catalfo, va accompagnata dal blocco dei licenziamenti: "A mio avviso va prorogato perché il mercato del lavoro è ancora in sofferenza", ha detto alla radio, ma senza una data fissa, seguendo invece i "dati del mercato del lavoro in modo tale da accompagnare i settori più in sofferenza con strumenti di sostegno al reddito da una parte e blocco dei licenziamenti dall'altra" e attivando "in contemporanea" le politiche attive "per fare in modo ci siano meno fuoriuscite possibili". Catalfo ha confermato anche che si lavora per la proroga delle indennità dei lavoratori dello spettacolo e anche per finanziare nuove mensilità di Reddito di emergenza. Una partita che comunque dovrebbe spettare al prossimo governo, salvo che il disbrigo degli affari correnti non si protragga troppo a lungo. Nel frattempo va trovata una soluzione per le cartelle ma una lunga riunione al Mef non è bastata per arrivare a una sintesi: niente "fughe in avanti di nessuna utilità" avvisa il Movimento 5 stelle, favorevole, "in mancanza di una maggioranza parlamentare", a una nuova proroga "di almeno un mese" per dare modo al nuovo esecutivo di "affrontare il tema in modo organico". Cioè una rottamazione quater e un nuovo saldo e stralcio per attutire l'impatto della valanga di cartelle sui contribuenti, oltre a una 'pulizia del magazzino' - che oramai sfiora i 1000 miliardi, come è tornato a ripetere il direttore dell'Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini, e rallenta e rende meno efficiente la macchina della riscossione. La proposta sul tavolo sarebbe invece quella di un proroga "ragionata", con ripresa dell'invio delle cartelle ma scaglionato, spalmato tra 2020 e 2021, e una riduzione di sanzioni e interessi per chi abbia subito perdite causa crisi. Si tratterebbe, insomma, di dare un segnale subito, in attesa che una maggioranza politica possa poi valutare altre misure, dicono dal Pd. Ma il rischio, è l'obiezione 5S, è che in questo modo poi venga archiviato il pacchetto della rottamazione, mentre Leu avrebbe espresso qualche perplessità per il timore di far passare il messaggio di una sorta di condono. Se si trovare una sintesi un nuovo decreto cartelle potrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri già domani o comunque nel fine settimana. "Il governo - ha detto sempre Gualtieri - è consapevole della scadenza del primo febbraio", che al momento non sembra proprio essere, tra l'altro, la data di partenza della lotteria degli scontrini. Per l'avvio, come si legge anche sul sito ufficiale, serve infatti un provvedimento delle Entrate insieme all'Agenzia del Demanio e dei Monopoli che ancora non è stato emanato. Potrebbe arrivare presto, ma la data di avvio ancora non è stata concordata.