"Eseguiti tutti i bonifici dei ristori del Decreto Natale: oltre 628 milioni sui conti correnti dei titolari di partita Iva - bar, ristoranti, pasticcerie - interessati da restrizioni. Supera così 10 miliardi il totale dei ristori erogato. Grazie all’Agenzia delle Entrate". Un Tweet, quello del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che è stato condiviso sui suoi profili anche dal segretario dem, Nicola Zingaretti. Arrivano i ristori di Natale, quelli finalizzati ad aiutare bar, ristoranti, alberghi, pasticcerie e le categorie penalizzate dalle chiusure imposte dal Covid. Ma già si pensa al nuovo decreto-stampella per le imprese in difficoltà. Il provvedimento, che il governo stava elaborando già prima di Natale ipotizzando uno scostamento del deficit di circa 20 miliardi, prevedeva nelle intenzioni anche un rinvio del pagamento delle cartelle, finalizzato ad evitare la valanga di richieste, accompagnato forse dall’arrivo una nuova rottamazione. Il dato certo è che il nuovo meccanismo di 'ristori automatici' messo a punto attraverso l’Agenzia delle Entrate funziona bene ed è veloce. L’agenzia guidata da Ernesto Maria Ruffini ha dato il via libera a 221mila bonifici automatici per circa 628 milioni di euro che, in poche ore, arriveranno direttamente sui conti delle attività danneggiate dalle chiusure imposte durante le festività natalizie. Con questa ultima tranche, i contributi a fondo perduto erogati dall’inizio della pandemia dalle Entrate hanno superato quota 10 miliardi, per complessivi 3,3 milioni di bonifici accreditati in base ai molti decreti che si sono succeduti: i dl "Rilancio", "Agosto", "Ristori" da uno a quater e "Natale". "I ristori non si sono conclusi - afferma la vice ministro all’Economia Laura Castelli (M5s) - Continueremo a destinarli, fino a quando ci saranno chiusure obbligate. E vogliamo anche intervenire dando un ristoro a chi non è stato costretto a chiudere ma, comunque, in questo passato l'eccellente lavoro". Il governo è ora concentrato sulle proprie difficoltà interne che si intrecciano con il piano per l’uso delle risorse del Recovery. Ma dall’altra parte l’urgenza di un nuovo provvedimento è data non solo dall’esigenza di ulteriori aiuti a chi sta in difficoltà, ma dalla necessità di evitare che si abbatta sui contribuenti l’onda alta di 50 milioni di atti: 35 milioni di cartelle bloccate nel 2020 e 15 milioni di accertamenti e lettere di compliance. Numeri ai quali si aggiungeranno presto gli atti relativi ai controlli fatti nel 2021. Si è così ipotizzata una gestione straordinaria dello smaltimento con un ulteriore rinvio per i contribuenti più deboli e una sorta di rottamazione - un saldo e stralcio - per chi, potendo pagare, potrebbe comunque avere uno sconto su sanzioni e interessi.