I tirocini retribuiti attivati dalle aziende sono bloccati con i giovani assunti che hanno lavorato ma non ricevono gli assegni da prima di marzo. La colpa? Dalla Regione fanno sapere che le imprese hanno presentato documentazioni sbagliate o incomplete; i sindacati replicano parlando di procedure farraginose ed errori del governo.
I tirocini retribuiti, o stage, come ricorda Giacinto Pipitone in un articolo del Giornale di Sicilia in edicola, sono stati finanziati con 30 milioni attraverso un bando del giugno 2018 che prevedeva varie categorie da coinvolgere. La Regione ci ha messo quasi un anno a completare le procedure del bando e poi tra fine 2019 e i primi del 2020 gli stage sono iniziati, in aziende o altri enti. Andrea Gattuso del Nidil e Monica Genovese della Cgil denucniano che su 6 mila lavoratori solo 500 sono stati pagati ed inoltre sottolineano che essendo "percettori di un reddito, in realtà mai ottenuto, non sono stati in condizione di poter chiedere né il reddito di cittadinanza né quello di emergenza, restando in una situazione di grande difficoltà anche durante il lockdown".
L’assessorato al Lavoro ha replicato dicendo che il problema dipende dalle aziende che hanno assunto:"Oltre il 75 per cento delle domande presentate fino al marzo scorso necessitavano di integrazione documentale" ma, nel frattempo, ha chiesto al dipartimento di accelerare le procedure.
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