
I cervelli in fuga pronti a fare dietrofront. O almeno così afferma il 71% dei giovani migrati all’estero che, in questo particolare momento storico, sono desiderosi di fare rientro in Italia.
Come rilevato nel rapporto Italia di Eurispes, i giovani vanno via perché ricevono compensi più alti per lo stesso lavoro - 42,3% - mentre per il 30,8% si tratterebbe di una necessità dettata dalla mancanza di un’offerta di lavoro qualificato in Italia; il 20,4% ritiene che i giovani che si attrezzino di fronte alla realtà di un mondo ormai globalizzato.
In tale contesto, si inserisce l’indagine condotta da "Talents in motion" per la quale "le condizioni della ripartenza del Paese alla luce del post pandemia potrebbero contemplare, in varie forme e in vari modi, un ritorno a casa della generazione Erasmus" che aveva già trovato occasioni di inserimento formativo e professionale fuori dai confini nazionali.
L’Osservatorio Mezzogiorno di Eurispes ha più volte sottolineato come, dalle trasformazioni imposte alla produzione e all’economia dall’emergenza Coronavirus, possano nascere occasioni nuove di sviluppo.
"I cambiamenti di tipo strutturale che hanno interessato il mondo del lavoro - si legge nella nota di Eurispes del presidente dell'Osservatorio Mezzogiorno Saverio Romano - l’affermarsi dello smart working, l’insicurezza dovuta alla paura del contagio e la perdita di posti di lavoro che si è registrata nei grandi gruppi internazionali ha favorito questa tendenza che vedrebbe il 71% dei giovani migrati all’estero desiderosi di fare rientro in Italia. Fortemente connessi a questo dato risultano le considerazioni che l’Osservatorio ha sviluppato sul Mezzogiorno in ordine alla infrastrutturazione, alla distribuzione delle risorse utili e agli investimenti necessari, all’impiego ottimale di tutti gli aiuti che l’Unione europea ha pensato per l’Italia".
"Rientrano in questa prospettiva sia l’applicazione del decreto Semplificazioni appena approvato - si legge - e lo sblocco dei concorsi pubblici per rinnovare gli organici e per creare sbocchi professionali ad una platea di giovani che hanno acquisito competenze e conoscenze di alto livello. Gli ingredienti ci sono tutti e l’impegno di Eurispes nel Mezzogiorno e’ finalizzato anche alla creazione di quei presupposti e di quelle sinergie utili a potenziare i veri fattori di crescita, di modernizzazione e innovazione, e ad uscire da logiche di assistenzialismo e di corto respiro che condannerebbero il Sud alla marginalità economica e sociale per i prossimi decenni".
5 Commenti
renzo
04/09/2020 08:57
Lo ha già fatto mia figlia... è ritornata subito dove era venuta.
vittorio
04/09/2020 11:10
Nel mezzogiorno non esiste il lavoro, esiste solo l'assistenzialismo.
Giorgio
04/09/2020 18:39
Sicuramente vorranno ritornare per essere assistiti..... il lavoro dovè ??? chi glielo offre ???
Carlo A
04/09/2020 13:17
Non è vero. Tornare per fare cosa ? Cercare un lavoro da 600 euro al mese per 10 ore al giorno? Abusivi e raccomandati ovunque.... civilta' peggio del 3 mondo ?.... Ma quando mai.....
Tanino2
04/09/2020 15:22
Si,si, aspettata e spera. Io sono andato via parecchi anni fa, e non torno nemmeno per le vacanze.
Roberto
05/09/2020 02:13
Felicemente all'estero da otto anni. Tornare? Mai.