Domenica 22 Dicembre 2024

Imprese, Sicilia ultima per tempi di pagamento: Trapani e Palermo le meno virtuose

Pagamenti

La Sicilia fanalino di coda in Italia in quanto a puntualità dei pagamenti da parte delle imprese. Sono appena il 18,6% i pagamenti effettuati alla scadenza fissata, quasi 27 punti percentuali in meno alla Lombardia (45,3%), la regione più virtuosa. Trapani e Palermo sul podio delle meno virtuose. E’ quanto emerge dallo Studio Pagamenti, aggiornato ai primi sei mesi del 2020 e realizzato da Cribis, società del gruppo Crif specializzata nella business information. Nel secondo trimestre di quest’anno la Sicilia è stata raggiunta all’ultimo posto dalla Calabria per i ritardi gravi, cioè i pagamenti fatti oltre 30 giorni dalla scadenza fissata. Rispetto ai primi tre messi del 2020 a perdere più posizioni sono state le province di Caltanissetta (6 in meno) e Palermo (5 in meno) che sono scivolate rispettivamente al 102° e al 105° nonchè terz'ultimo posto della graduatoria nazionale. A Caltanissetta c'è stato soprattutto un peggioramento dei ritardi gravi (+7,9%) che si attestano al 21,7% mentre i pagamenti alla scadenza sono rimasti quasi invariati (+1%) al 19,3%. Nel capoluogo dell’isola se è migliorata la puntualità (+6,5%) si è aggravata ulteriormente la situazione dei ritardi di pagamento oltre 30 giorni i tempi concordati: +5,4% di incremento rispetto ai primi tre mesi del 2020. Agrigento è indietreggiata di 3 posti nonostante nel secondo trimestre 2020 sia andata un po' meglio sia con i pagamenti alla scadenza (18,8%) sia con i ritardi gravi (20,6%). A livello provinciale, il podio delle meno virtuose vede Trapani, Reggio Calabria e Palermo nelle prime tre posizioni, seguite da Crotone e Messina. Quelle con meno ritardi gravi sono invece Brescia, che scavalca Sondrio e Bergamo (rispettivamente prima e seconda nel trimestre precedente), seguite da Lecco e Trento. Nonostante la maggiore stabilità per i pagamenti a scadenza, le microimprese registrano la quota più elevata di ritardi gravi: 12,8%, a fronte del 7,8% delle piccole, il 5,9% delle medie e il 5,7% delle grandi. In base allo Studio Pagamenti di Cribis, il gruppo merceologico meno puntuale è quello del commercio al dettaglio che, con il 17,2% delle imprese con un’incidenza di ritardi gravi, precede il settore rurale, caccia e pesca (13,1%), le costruzioni (10,2%) e quello del commercio all’ingrosso (9,7%). Nonostante il Nord Est e il Nord Ovest del Paese abbiano registrato l’incremento più elevato di ritardi gravi rispetto al trimestre precedente (16,7% e 13,3%), il Nord Est si conferma ancora l’area geografica più affidabile, con il 7,7% di pagamenti oltre i 30 giorni, mentre il Sud e le Isole sono le zone dove le imprese continuano ad incontrare maggiori difficoltà, con il 18,9%. Con il 21,8% di imprese che effettuano i pagamenti con oltre 30 giorni di ritardo, la Calabria, pur essendo la regione con il maggiore decremento (-1,8%) di ritardi gravi rispetto all’ultimo trimestre del 2019, divide con la Sicilia la prima posizione nella graduatoria regionale, mentre la Campania (19,5%) è terza. Lo Studio di Cribis rileva che le regioni con meno ritardi gravi sono nell’ordine il Trentino Alto - Adige (6,2%) e le regioni più colpite dall’emergenza sanitaria, cioè Lombardia (7,4%), Emilia-Romagna (7,6%) e Veneto (8%) che, rispetto al trimestre precedente, perde due posizioni. Oltre la metà delle imprese (53,2%) adempie i propri obblighi di pagamento con un ritardo massimo di 30 giorni (54,5% lo scorso trimestre). Alcuni settori mostrano però i primi segnali di sofferenza: l’industria, dove i pagamenti in grave ritardo crescono, rispetto al trimestre precedente, del 23,2%, il commercio all’ingrosso (+11,5%), i servizi (+7%), le costruzioni (+5%). In altri segmenti, come i servizi finanziari e il settore rurale, caccia e pesca, i ritardi gravi non sono aumentati. "Dall’analisi dei dati - commenta Marco Preti, Amministratore Delegato Cribis - emerge che nel secondo trimestre di quest’anno si stanno manifestando le prime ripercussioni economiche negative sui tempi di pagamento delle imprese. Una conseguenza inevitabile dovuta alla situazione pandemica mondiale ma che deve, necessariamente, indurre le imprese nazionali di tutte le dimensioni a rivedere le proprie politiche di selezione di fornitori o partner commerciali, puntando con decisione a privilegiare soggetti e interlocutori con un elevato grado di affidabilità economico finanziaria e non solo". Catania, Enna e Siracusa hanno perso una sola posizione classificandosi rispettivamente al 96°, 98°, e 100° posto con Enna che ha visto diminuire del 7,7% i ritardi di pagamento oltre 30 giorni, dato più alto dell’isola. Messina perde due posizioni (dal 101° al 103°) con la puntualità al 17,9% e i ritardi gravi al 21,9%. Trapani è di nuovo ultima nella graduatoria nazionale seppure la puntualità è salita dal 15 al 17,2% (+14,8%) e i pagamenti oltre 30 giorni sono in lieve miglioramento (-2,1%) al 25,2%. Nel panorama siciliano Ragusa registra ancora una volta i dati migliori di tutta la regione con la puntualità dei pagamenti da parte delle imprese salita negli ultimi tre mesi dal 19,3% al 20,2%, ma con i ritardi gravi aumentati del 9,3% al 18,2%. Al 30 giugno 2020, secondo lo studio, cominciano ad evidenziarsi le ripercussioni economiche negative dell’emergenza Covid-19 sulla puntualità dei pagamenti delle imprese: le aziende che pagano i fornitori con grave ritardo (oltre i 30 giorni) sono l’11,8%, un dato in aumento rispetto al primo trimestre 2020 (10,6%) e sostanzialmente analogo a quello di un anno fa (11,6%). Inizia tuttavia a vedersi qualche lieve miglioramento, soprattutto per le microimprese, che fanno registrare una maggiore stabilità per i pagamenti a scadenza. Il Nord Est e il Nord Ovest del Paese hanno registrato l’incremento più elevato di ritardi gravi rispetto al trimestre precedente (rispettivamente 16,7% e 13,3%), mentre a livello settoriale aumentano i ritardi gravi per Industria e Commercio all’ingrosso.

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