Domenica 24 Novembre 2024

Sanità privata, lavoratori senza contratto da 14 anni: annunciato lo sciopero generale

Lavoratori della Sanità privata in agitazione dopo la mancata sottoscrizione del contratto da parte delle  associazioni dei datori di lavoro, Aris e Aiop. "Un affronto inaccettabile che mortifica un'intera categoria professionale. Chiederemo all'assessorato alla Salute di rivedere il sistema degli accreditamenti", hanno detto i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl che annunciano lo sciopero generale. Proclamata anche una lunga serie di manifestazioni e altre forme di protesta. Oggi, giovedì 30 luglio, infatti, si sarebbe dovuto sottoscrivere definitivamente il nuovo contratto del settore, che regola anche il servizio del 118, ma le associazioni datoriali, Aris e Aiop, hanno fatto saltare il tavolo non presentandosi. "Un oltraggio inaccettabile che mortifica un'intera categoria di lavoratori. Lavoratori che hanno la stessa dignità professionale dei colleghi del settore pubblico, che hanno combattuto in prima linea contro il Covid-19. E tutto questo nonostante il loro contratto sia scaduto da oltre 14 anni e nonostante la beffa di aver toccato con mano il risultato lo scorso 10 giugno quando è stata siglata la pre-intesa. È arrivato il momento di mettere i datori di lavoro davanti alle loro responsabilità", dicono Gaetano Agliozzo, Paolo Montera ed Enzo Tango, segretari generali regionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. Le tre sigle sindacali ieri hanno anche organizzato un sit in davanti alla Casa di Cura Candela di Barbara Cittadini, presidente nazionale di Aiop. "Interesseremo al più presto anche l'Assessorato regionale alla Salute perché riveda i criteri dell'accreditamento - proseguono i segretari -. Non permetteremo che chi prende finanziamenti dalle Istituzioni per erogare un servizio pubblico non sia in regola con le leggi e con i rinnovi di contrattuali. La Regione non può avallare il comportamento di datori di lavoro che non rispettano la legge e i diritti dei lavoratori. A queste condizioni, devono stare fuori dal sistema sanitario regionale".

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