Quota 100 scade nel 2021 e non verrà prorogata. Ma fino a quel momento, non sarà in discussione. Lo ha ribadito Antonio Misiani, viceministro pd all’Economia, in una intervista, nella quale l’esponente del governo risponde alla richiesta del premier olandese Mark Rutte di abolire l’anticipo pensionistico. «Non è questo il momento di polemiche inutili o discussioni ideologiche su Quota 100, quanto di scrivere il Recovery Plan italiano», afferma il numero due di via XX Settembre. «I governi dei Paesi frugali devono liberarsi dal condizionamento dei populisti come Wilders che è amico di Salvini, ma nemico dell’Italia. E in Italia dobbiamo andare oltre l’idea sbagliata che le riforme siano imposizioni esterne da rifiutare anzichè necessità assoluta per la ripresa». Alla domanda del giornale diretto da Maurizio Molinari circa il superamento di Quota 100 da dicembre 2021, Misiani assicura: "Siamo pronti a riavviare il confronto con le parti sociali e le opposizioni. Le scelte strategiche sul futuro del Paese vanno condivise. Discutiamo tanto di numeri e risorse in arrivo - oltre 260 miliardi tra Sure, Recovery Fund e altri programmi europei - e pochissimo di come vogliamo spenderli. Io credo ad esempio che per gestire i nuovi fondi Ue dovremmo istituire un’Agenzia ad hoc. Temi da affrontare subito per non cadere in discussioni politiciste e non perdere un’occasione storica offerta dall’Europa all’Italia». A proposito dei ritardi del governo nell’erogazioni della cassa integrazione attraverso il fondo Sure, Misiani ribatte: «Abbiamo firmato la garanzia dello Stato per l’emissione di titoli. E venerdì scorso i ministri Gualtieri e Catalfo hanno notificato a Bruxelles l’intenzione dell’Italia di accedere allo strumento». Nel frattempo, spiega il viceministro, il governo chiederà al Parlamento l’autorizzazione per fare altro deficit, «all’incirca un punto di Pil, 17-18 miliardi». Misiani assicura che il governo è al lavoro sul decreto Luglio «per rifinanziare la cig, a partire dai settori in crisi come turismo e trasporti, e allungare lo stop al licenziamento. Ma anche per incentivare le aziende che riassorbono i lavoratori in cassa, sostenere l’automotive, aiutare gli enti territoriali, dilazionare le scadenze fiscali. Agosto sarà un mese di lavoro per governo e Parlamento». «Quanto al Mes - aggiunge il viceministro - quando si concluderà il negoziato europeo e avremo contezza degli strumenti in campo e dei progetti da finanziare valuteremo e chiederemo il voto parlamentare».