La realizzazione di una Centrale unica di programmazione, l'avvio di un meccanismo di sussidiarietà orizzontale, l'obbligo per i Comuni di istituire efficienti Uffici delle politiche comunitarie. E ancora prorogare i progetti cofinanziati dalla Ue e una modifica al Codice degli appalti.
Queste sono soltanto alcune delle proposte presentate oggi al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci dai vertici degli ordini professionali di agronomi, architetti, ingegneri, geologi e geometri.
I rappresentanti delle categorie tecniche, ricevuti a Palazzo Orleans, hanno manifestato la volontà di fare fronte comune per contrastare la crisi economica generata dall'emergenza coronavirus. Nasce con questo scopo la “Rete delle professioni dell'area tecnica e scientifica della Sicilia”. Un'esperienza già maturata in Sardegna e che si pone come principale obiettivo quello di interfacciarsi in maniera organica e veloce proprio con la Pubblica amministrazione.
«Una bella opportunità - l'ha definita Musumeci - da riempire presto di contenuti». L'organismo in Sicilia sarà coordinato dal presidente dell'ordine regionale degli ingegneri, Elvira Restivo. All'incontro hanno partecipato anche i presidenti regionali degli ordini dei geologi, Giuseppe Collura, degli architetti, Giuseppe Falzea, dei geometri, Francesco Parrinello e il vice presidente dell'ordine dei dottori agronomi e forestali, Franco Celestre.
«Quella di trovare strumenti che consentano una più stretta e proficua collaborazione con le categorie professionali - ha sottolineato il presidente della Regione - è senz'altro un'esigenza pressante della Pubblica amministrazione che, spesso, si trova con organici sottodimensionati per far fronte alla mole di pratiche da affrontare. Penso alle centinaia di migliaia di domande di sanatoria giacenti nei Comuni che non possono essere esaminate o anche a quelle che riguardano le soprintendenze dell'Isola».
In tale direzione, Musumeci - che invierà al dipartimento regionale Tecnico e agli uffici competenti il pacchetto di proposte ricevuto, affinché sia valutato attentamente - ha parlato anche dell'idea di creare un Fondo regionale per il pagamento degli incarichi esterni. «Potrebbe essere rimpinguato - ha spiegato - da una parte degli introiti che i Comuni riceverebbero se si sbloccasse la grande mole di pratiche fino a oggi rimaste inevase».
Proposte arrivano anche dal Partito Democratico all'Ars. «Le imprese che decidono di investire in Sicilia, contribuendo a rilanciare economia ed occupazione, siano esentate dal pagamento delle imposte per 10 anni», spiega in aula il capogruppo Giuseppe Lupo nel corso del dibattito sulla mozione Dem «Iniziative per l’elaborazione e l’attuazione di obiettivi strategici rivolti al rilancio economico del Meridione e della Sicilia».
«Chiediamo al governo regionale di avviare un dialogo con il governo nazionale e, nel pieno rispetto delle nuove regole comunitarie da definire sugli aiuti di Stato, attuare misure che possano attrarre investimenti in Sicilia per creare sviluppo e lavoro produttivo. Anche alla luce delle norme all’esame del Ministero per il Sud - ha proseguito Lupo - siamo convinti che l’esenzione dalle imposte per un periodo di 10 anni per le imprese che intendono investire in Sicilia sia l’incentivo più significativo da potere attivare, naturalmente a condizione che le imprese beneficiarie rispettino una serie di parametri indicati dalla Regione». «Rendendo la Sicilia attrattiva dal punto di vista fiscale - ha concluso Lupo - potremo colmare il divario che ci distanzia dal Nord del Paese, ed essere dunque competitivi sul percorso di crescita che abbiamo il dovere di attivare per la ripartenza dopo l’emergenza Covid19, che ha paralizzato imprese e lavoro».
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