Mercoledì 18 Dicembre 2024

Bankitalia, famiglie siciliane a rischio povertà ma resistono alla crisi

Le famiglie siciliane sono sempre più a rischio povertà, ma sembra siano quelle che meglio di tutte riescono a resistere alla crisi. Disparità ampie, reddito medio inferiore alla media italiana, disuguaglianze profonde, aumento della povertà assoluta. È il quadro descritto dal rapporto di Bankitalia sulla condizione delle famiglie siciliane, in un contesto di «divario con il resto del Paese in ambito sociale e ambientale, non colmati negli ultimi dieci anni». «La regione - affermano gli analisti - continua a caratterizzarsi per un livello di reddito inferiore alla media italiana e per una più ampia disparità nella sua distribuzione. La disuguaglianza dei redditi da lavoro, aumentata a seguito delle precedenti crisi, rimane elevata a causa del persistere di una maggiore incidenza di nuclei attivi senza reddito da lavoro. A questa si accompagnano ampi divari rispetto al resto del Paese in ambito sociale e ambientale, non colmati negli ultimi dieci anni. La quota di famiglie in povertà assoluta, maggiore rispetto alla media italiana, rischia di aumentare ulteriormente a seguito degli impatti dell’emergenza sanitaria; sono state comunque attivate misure di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito e ai consumi delle famiglie». Le famiglie siciliane, però resistono. «Dal punto di vista finanziario le famiglie siciliane - spiega il rapporto - risulterebbero più resistenti alla congiuntura sfavorevole rispetto ai precedenti episodi di crisi. Dal 2008 tra le attività finanziarie, il cui valore è aumentato, si è assistito a una ricomposizione verso quelle più facilmente liquidabili. Alla fine del primo trimestre del 2020 i depositi bancari, che rappresentano la parte prevalente del risparmio, sono ancora cresciuti mentre si è registrato un forte calo del valore dei titoli a custodia detenuti dai risparmiatori, per le tensioni sui mercati innescate dal diffondersi della pandemia. La vulnerabilità finanziaria delle famiglie, misurata dal rapporto tra debiti e reddito disponibile, si è ridotta nell’ultimo decennio, portandosi su livelli inferiori a quelli medi nazionali. È inoltre proseguita la ricomposizione della struttura dell’indebitamento delle famiglie: l’incremento della quota di mutui a tasso fisso riduce i rischi legati a un eventuale rialzo dei tassi d’interesse. Nel primo trimestre del 2020 i flussi di nuovi mutui sono risultati equivalenti a quelli osservati nello stesso periodo dello scorso anno, mentre le nuove erogazioni di credito al consumo hanno segnato una notevole flessione».

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