«I giovani che dopo il dottorato entrano nelle università e vogliono accedere alla ricerca in modo stabile rappresentano una risorsa». Lo afferma in un’intervista a La Stampa il ministro dell’Università Gaetano Manfredi, che ricorda anche che «per troppo tempo ci sono stati per loro soltanto interventi episodici» e che questo «ha fatto perdere ai giovani tante opportunità». Cosicchè il ministro propone un piano pluriennale di stabilizzazione dei ricercatori e una riforma del loro ruolo garantendo maggiori tutele e la fine dei precari decennali, costretti a andare via quando ormai non hanno più l’età per rientrare nel mondo del lavoro.
Il ministro lo illustra così: «La strada da seguire è infatti avere un numero di ricercatori congruo e stabile nel tempo. Il mio obiettivo principale da ministro è riuscire a avere un piano pluriennale di reclutamento». Manfredi sostiene inoltre che «abbiamo già dato un primo segnale con i 6 mila posti da ricercatore nei prossimi due anni» e che «si tratta di posti da ricercatore che portano a diventare associato».
Ovvero, «sono 1600 posti previsti nel decreto Milleproproghe di fine dicembre su cui il bando sarà pronto prima dell’estate e ne sono stati previsti altri 4.400 nel decreto rilancio». Su questi posti, garantisce poi, «invece stiamo preparando i decreti attuativi».
Poi, in conclusione, il ministro afferma: «I ricercatori devono essere più giovani, dobbiamo averli nelle università quando la loro creatività si esprime al massimo».
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