Fondi per gli uffici giudiziari, polizia penitenziaria, assunzioni e norme sugli esami per magistrati, avvocati e notai: sono alcune delle misure contenute nel decreto rilancio, approvato dal Consiglio dei ministri, finalizzate ad incentivare la ripartenza della macchina della Giustizia nella "Fase 2" della pandemia.
Il decreto rilancio approvato dal Consiglio dei ministri contiene importanti misure e stanzia cospicui fondi per incentivare la ripartenza della macchina della Giustizia nella "Fase 2" della pandemia. Lo sottolinea una nota del ministero della Giustizia. Tra i provvedimenti più importanti da segnalare le "misure urgenti per il ripristino della funzionalità delle strutture dell'amministrazione della giustizia".
Saranno circa 40 i milioni investiti per la sanificazione degli uffici giudiziari, l'acquisto di pc portatili per il lavoro agile e per il pagamento del lavoro straordinario svolto dal personale di Polizia Penitenziaria, direttori del Dipartimento per l'Amministrazione Penitenziaria e del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità. Sarà semplificata la procedura, già autorizzata, per il reclutamento del personale amministrativo non dirigenziale per un totale di 3.250 unità destinate agli uffici giudiziari.
In più il ministero della Giustizia potrà reclutare, con contratto a tempo determinato di 24 mesi, altre 1.000 unità di personale amministrativo non dirigenziale da destinare allo smaltimento dei processi pendenti e all'avvio della digitalizzazione del processo penale.
Sempre per smaltire l'arretrato, saranno nominati 500 ulteriori giudici ausiliari da destinare per quattro anni alle Corti d'appello. Il riparto del Fondo unico giustizia relativo all'anno 2018 assegnato al ministero di via Arenula sarà destinato al finanziamento di interventi urgenti finalizzati al contenimento e alla gestione dell'emergenza epidemiologica.
Inoltre fondamentali variazioni sono state approvate per le modalità di correzione e svolgimento del concorso per magistrato ordinario, per il concorso notarile e per l'esame di abilitazione alla professione forense, così da rendere possibile la conclusione di procedure che altrimenti si sarebbero fermate. Le novità riguardano le correzioni degli elaborati (che possono avvenire anche 'a distanza') e le modalità di prova orale che possono svolgersi anche 'da remoto', conclude il comunicato.
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