La pulizia dei piccoli acini è una fase determinate per la qualità dell’uva da tavola, fatta da manodopera straniera che oggi manca all’appello e costringe gli agricoltori a rallentare tutto il lavoro. E’ l’allarme di Coldiretti Sicilia sulla base del monitoraggio delle aziende dell’Isola che a causa dell’emergenza Coronavirus.
«La manodopera necessaria - commenta il presidente regionale, Francesco Ferreri - è competente in attività molto delicate. Si tratta di una professionalità acquisita negli anni soprattutto dai rumeni che ora mancano all’appello. L’uva da tavola è una delle prime colture a subire la situazione determinata dall’emergenza Covid-19 - aggiunge il presidente - a cui si somma la mancanza di lavoratori stagionali».
Per questo serve, a suo giudizio, una riduzione dei passaggi burocratici che possa semplificare i voucher agricoli per dare la possibilità a studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagna: «Ora speriamo che il Decreto Rilancio che garantisce il reddito di cittadinanza, la Naspi e gli altri ammortizzatori sociali nonostante il lavoro in campagna, sblocchi una situazione paradossale. Fino ad oggi infatti, la paura di perdere l’aiuto ha reso difficile il reclutamento». Per l’incontro tra domanda e offerta, ricorda infine Francesco Ferreri, Coldiretti ha creato la piattaforma Job in Country, una vera e propria banca dati di aziende e profili consultabile e aggiornabile in qualsiasi momento, un vero e proprio filo diretto fra impresa e lavoratore. Secondo le ultime rilevazioni Istat la produzione di uva da tavola in Sicilia supera i 3 milioni di quintali e si estende su oltre 15 mila ettari.
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