Domenica 17 Novembre 2024

Coronavirus, intesa con i sindacati su lavoro: dalle mascherine allo smart working

La certificazione medica di «avvenuta negativizzazione» per il rientro dei lavoratori già risultati positivi al Covid-19; l’utilizzo delle mascherine chirurgiche per tutti i lavoratori che condividono spazi comuni; la sanificazione straordinaria degli ambienti alla riapertura nelle situazioni più a rischio; la rimodulazione degli spazi di lavoro e delle postazioni, distanziate, oltre alla previsione di orari differenziati. Sono i punti principali, si apprende, inseriti nel «Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro» sottoscritto il 14 marzo 2020 e oggi integrato, in vista della fase due, con l’intesa delle parti sociali alla presenza del governo. E, ancora, il ricorso allo smart working da «favorire» anche nella fase di riattivazione del lavoro con il supporto del datore di lavoro (assistenza nell’uso delle apparecchiature, modulazione dei tempi di lavoro e delle pause). Per quanto riguarda i tamponi, si richiama alla collaborazione da parte dei datori di lavoro: qualora, per prevenire l’attivazione di focolai, nelle aree maggiormente colpite, si legge infatti nel testo dell’intesa tra le parti sociali, l’autorità sanitaria disponga misure aggiuntive, come l’esecuzione del tampone per i lavoratori, il datore di lavoro fornirà «la massima collaborazione». Così come è chiamato alla collaborazione con le Autorità sanitarie per la definizione degli eventuali «contatti stretti» di una persona presente in azienda che sia stata riscontrata positiva. Invece, l'ingresso e quindi il rientro in azienda di lavoratori già risultati positivi al Covid-19 dovrà essere preceduto da una "preventiva comunicazione» con la certificazione medica da cui risulti la «avvenuta negativizzazione». Viene inoltre indicata la gestione di eventuali casi di lavoratori di aziende terze ed il ruolo del medico competente. Indicata come raccomandabile una «particolare attenzione» da parte della sorveglianza sanitaria «ai soggetti fragili anche per un fattore legato all’età» (senza alcun riferimento esplicito all’età). Un riferimento anche alla mobilità dei lavoratori, secondo cui andrebbe favorito l’uso del mezzo privato o di navette. Infine, nei casi in cui non si desse luogo alla costituzione dei Comitati aziendali, già previsti per l'applicazione e la verifica delle regole del Protocollo di sicurezza, si richiama all’istituzione di un Comitato territoriale, indicazione che viene spiegata in particolare per monitorare e sostenere le piccole aziende nella gestione di questa fase. ANSA

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