Il prezzo del petrolio affonda del 31% sui mercati, il peggior calo dal 1991, dopo che l’Arabia Saudita e la Russia hanno innescato una guerra dei prezzi facendo saltare il vertice Opec+. Il greggio Wti del Texas cede il 31% a 27,35 dollari al barile mentre il Brent cede il 25% a 33,72.
La caduta delle quotazioni del greggio, la peggiore dalla guerra del Golfo del 1991, è stata scatenata dal mancato accordo al vertice Opec+ fra Arabia Saudita e Russia in un contrasto già difficile per la domanda a causa del coronavirus. Le voci di un aumento unilaterale della produzione da parte dell’Arabia hanno scatenato un’ondata di vendite inarrestabile.
La caduta delle quotazioni del greggio mette in difficoltà interi stati come la Nigeria, il Venezuela e l'Iraq, le cui finanze pubbliche sono fortemente dipendenti dai proventi delle vendite petrolifere e diversi grandi gruppi occidentali quali Exxon.
Borse asiatiche in forte calo in chiusura sui timori di una diffusione dell’epidemia di coronavirus e sul crollo dei prezzi del greggio. La Borsa australiana he registrato il giorno peggiore dalla crisi finanziaria globale, con l’indice Asx 200 che ha lasciato sul terreno il 7,3%. L’indice Nikkei 225 di Tokyo ha chiuso in ribasso del 5,07%,a 19.698,76 punti: il governatore della Bank of Japan, Haruhiko Kuroda, ha dichiarato che l’istituto di Tokyo risponderà «senza esitazione» alle incertezze dei mercati, ma ha aggiunto che l’umore degli investitori «si sta deteriorando».
Emorragie anche sulle altre piazze asiatiche. L’indice Kospi a Seul termina la seduta in ribasso del 4,19% e forte calo anche sulle Borse cinesi: l’indice Composite di Shanghai ha chiuso in ribasso del 3,01% a 2.943,29 punti, mentre a Shenzhen l’indice Component chiude in calo del 4,09%. A Hong Kong, a meno di trenta minuti dalla chiusura, l’indice Hang Seng segna un ribasso del 4,29%, mentre Singapore lascia sul terreno il 5,46%. A Taiwan l’indice Taiex perde, invece, il 2,85.
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