Il reddito di cittadinanza compie un anno, ma dura 18 mesi: rinnovo possibile dopo la scadenza
Prima candelina per il reddito di cittadinanza. Il 6 marzo infatti il sussidio festeggerà il primo anno di vita, a 12 mesi dalla presentazione delle domande che inaugurarono il ciclo, da quel giorno in cui i Caf di tutta Italia furono presi d'assalto dagli aspiranti beneficiari. E a un anno di distanza, il dibattito politico sul reddito è sempre aperto, un confronto dai toni spesso accesi che anima la politica e su cui si gioca anche il futuro del governo. Ma ciò che più interessa i primi beneficiari del sussidio è una scadenza che si avvicina: fra sei mesi, infatti, ovvero a settembre, percepiranno l'ultima mensilità. LA DURATA. La scadenza naturale del reddito di cittadinanza è prevista infatti al diciottesimo mese di fruizione. Dunque il sussidio dura solo un anno e mezzo? Non proprio, perchè al nucleo familiare viene comunque data la possibilità di tornare a richiederlo dopo i 18 mesi. CHE SUCCEDE DOPO I 18 MESI. È possibile richiedere il reddito di cittadinanza anche una volta scaduti i 18 mesi di fruizione, ma è necessario che ci siano alcune condizioni. Innanzitutto occorre possedere ancora i requisiti per poter fare nuovamente richiesta. In secondo luogo, come si legge nell’articolo 3 - comma 6 - del decreto 4/2019 (convertito con modificazioni dalla Legge 26/2019) il reddito di cittadinanza può essere rinnovato solo “previa sospensione dell’erogazione del medesimo per un periodo di un mese prima di ciascun rinnovo”. In sostanza, prima di tornare a percepirlo è obbligatorio uno stacco, una sospensione di almeno un mese. Significa, dunque, che il sussidio non può essere fruito per 36 mesi continuativi, a differenza della pensione di cittadinanza.