Lunedì 23 Dicembre 2024

Tempi di pagamento dei Comuni alle imprese, la Sicilia è sesta in classifica

In foto Andrea Di Vincenzo, segretario di Confartigianato Sicilia, e Giuseppe Pezzati, presidente di Confartigianato Sicilia

La Sicilia si piazza al sesto posto per tempi medi di pagamento dei Comuni alle imprese che impiegano in media 45 giorni, superando il limite di legge di 30 giorni. A rivelarlo l’Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia che spiega che l’Italia è il primo Paese dell’Unione europea per peso sull’economia dei debiti commerciali delle Amministrazioni pubbliche, pari a 3 punti di PIL, quota pressoché doppia rispetto all’1,6% della media dell’Unione europea. I Comuni concentrano una ampia quota di forniture alla pubblica amministrazione delle micro e piccole imprese e dell’artigianato. Lo spread con l’Ue si assorbirebbe completamente se venisse adottata la proposta di Confartigianato di compensazione secca, diretta e universale tra i debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese e i debiti fiscali e contributivi delle imprese mediante la quale si utilizzerebbero i 28,4 miliardi di euro di versamenti allo Stato da parte delle imprese fornitrici della pubblica amministrazione per la compensazione del debito, con il dimezzamento (53,5%) dei 53 miliardi di euro di debiti della pubblica amministrazione Il 39,8% dei Comuni siciliani, secondo i dati dell’Osservatorio, pagano ben oltre i limiti della legge, superando i 60 giorni. Questa risulta essere la quota più elevata di Comuni che pagano oltre i 60 giorni registrata in Italia. Il peso dei debiti della P.A. per la fornitura di beni e servizi - per la sola parte di spesa corrente e comprese le anticipazioni - costituisce un importante vincolo all’attività di impresa. Tra le 15 province italiane per cui i comuni pagano oltre la media nazionale  (37 giorni), ne troviamo 2 siciliane:  Catania (51 giorni) ed Enna (51 giorni). Delle 49 province per cui l'incidenza dei Comuni che pagano oltre i 60 giorni è superiore alla media regionale (15,3%), 16 presentano quote addirittura doppie, e di queste sei sono siciliane: Siracusa (57,1%), Ragusa (50,0%), Catania (46,4%), Messina (45,4%), Agrigento (37,2%) ed Enna (36,8%). “Troppi imprenditori non possono contare sulla certezza di vedersi saldate le fatture nei 30 giorni stabiliti dalla legge – dicono Giuseppe Pezzati e Andrea Di Vincenzo, rispettivamente presidente e segretario di Confartigianato Sicilia”. I vertici della federazione regionale rilanciano quella che anche a anche a livello nazionale viene ritenuta la soluzione al problema: la compensazione diretta e universale tra i debiti (fiscali e contributivi) e i crediti delle imprese verso la pubblica amministrazione. “La sua applicazione – spiegano – consentirebbe in un anno di estinguere oltre la metà (53,5%) del debito della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, portandoci in linea con l’Europa”.

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