Il reddito di cittadinanza sta per compiere un anno e ha già conosciuto evoluzioni e aggiustamenti in corsa, soprattutto in tema di controlli contro i furbetti. Gli illeciti crescono giorno dopo giorno e c'è chi per questo mette in discussione l'intera misura. Ma il governo blinda il sussidio. Giù le mani dal reddito di cittadinanza, dice il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri lo dice senza remore. "Non si tocca", ha ribadito a "Carta Bianca" sottolineando che "sta contribuendo alla crescita ed è un efficace strumento di lotta alla povertà". Il ministro ha però precisato che il reddito di cittadinanza deve essere ritoccato. Dunque c'è da aspettarsi cambiamenti nel breve periodo. Gualtieri ha focalizzato l'attenzione su quel che riguarda le politiche attive, ed è lì che secondo lui occorre agire per migliorare la misura. I FURBETTI. Non c'è un dato esatto e aggiornato su quanti siano i furbetti del reddito di cittadinanza. Ma è fuori di dubbio che siano tanti e che ne vengano scoperti giorno dopo giorno. In Sicilia, per esempio, se ne contano almeno 100 da quando ha preso il via il provvedimento, con un picco registrato tra aprile e maggio del 2019, quando i carabinieri del Nucleo regionale ispettorato del lavoro pizzicarono 26 persone, una decina nella sola provincia di Palermo, come ricorda oggi Giornale di Sicilia in edicola con un articolo a firma di Andrea D'Orazio. Ieri gli ultimi casi, 14 in un colpo solo in provincia di Catania. Sono state denunciate dai carabinieri a Viagrande perché usufruivano del reddito di cittadinanza senza avere diritto. Tra loro un uomo in libertà vigilata con condanne definitive per associazione mafiosa. Dai controlli è emerso che gli indagati avrebbero alterato i dati dello stato civile nella documentazione fornita all'Inps, in particolare per quanto riguarda la composizione del proprio nucleo familiare. Alcuni di loro sono risultati come abitanti da soli per non cumulare i redditi degli altri appartenenti del nucleo familiare. In questo gruppo di irregolari si nasconde dunque l'identikit del furbetto del reddito di cittadinanza. Ma la lista di chi beneficia del sussidio illecitamente comprende una moltitudine di figure. Ci sono lavoratori in nero, cassieri, baristi, fornai, venditori ambulanti, cantanti neomelodici, ma ne fanno parte anche mafiosi, ladri e spacciatori, così come ha raccontato la cronaca recente. Eclatante il caso del pusher con reddito di cittadinanza fermato dai finanzieri a Siracusa lo scorso ottobre, a bordo di una Porsche Macan di sua proprietà con mille euro in contanti e 120 grammi di cocaina. Ma tra i beneficiari c’erano pure cinque dei nove arrestati a novembre dalla polizia di Palermo nell’ambito dell’operazione antimafia che ha fatto luce sulle truffe alle assicurazioni con il sistema degli spaccaossa. Furbetti della residenza, dell'Isee, ma anche della carta elettronica postale, attraverso la quale viene erogato il beneficio mensile. In molti sono stati sorpresi a utilizzare il bonifico alle slot machine, e c’è anche chi, nei supermercati, ha proposto ai clienti lo scambio proibito: pagare la loro spesa con la card per ricevere il corrispettivo in contante. I CONTROLLI. La Sicilia resta sorvegliata speciale perchè dopo la Campania ha il più alto numero di beneficiari, ma le frodi sono in tutta Italia, tanto che oltre duemila persone e 170 società, concentrate soprattutto nel Lazio, in Campania e in Lombardia sono sotto osservazione. Già dall'inizio dell'anno i controlli sono stati potenziati e alle attività di verifica dell’Inps sono stati affiancate le verifiche dei Comuni, chiamati a intervenire con le proprie banche dati per cercare eventuali incongruenze e stanare i furbetti. I controlli si suddividono in due categorie. Sono ordinari quelli relativi a residenza e soggiorno; mentre sono straordinari i controlli che riguardano Isee 2020 e conti correnti. COSA RISCHIANO I FURBETTI. La reclusione da due a sei anni è la pena prevista per chiunque intasca illecitamente il reddito di cittadinanza presentando all’Inps dichiarazioni false. Rischia da uno a tre anni, invece, chi omette la comunicazione delle variazioni di reddito, del patrimonio o del nucleo familiare.