Il governo studia la riforma dell'Irpef che potrebbe 'assorbire' il taglio permanente del cuneo previsto dal decreto (100 euro fino a 28mila euro, che scendono gradualmente a 80 fino a 35mila euro per poi scendere più rapidamente fino ad azzerarsi a 40mila).
Oltre a rivedere il sistema delle aliquote, e quello delle detrazioni e deduzioni, nel mirino potrebbero finire anche i "super-ricchi", cioè, stando all'esempio fatto da Gualtieri in tv, chi guadagna oltre 500mila euro. Per loro si ipotizza un inasprimento fiscale, che invece dovrebbe tutelare i ceti medio-bassi.
Oggi l'aliquota massima è il 43%, che si applica a tutti quelli che guadagnano oltre 75mila euro, scontando, quindi, un basso grado di progressività. Anche i redditi altissimi, comunque, trarrebbero qualche vantaggio se l'intervento si focalizzasse invece sulla riduzione delle prime due aliquote, oggi al 23% e al 27%, un'altra delle tante ipotesi avanzate in questi primi giorni di dibattito, che ancora però, non è stata oggetto di simulazioni approfondite.
C'è poi il modello sponsorizzato dal Movimento 5 Stelle, con la riduzione da 5 a 3 delle aliquote e una revisione degli scaglioni. Leu propone invece il modello tedesco dell'aliquota 'continua' (il prelievo sale progressivamente all'aumentare del reddito). Mentre Italia Viva ha annunciato, senza entrare ancora troppo nei dettagli, un progetto di azzeramento dell'Irpef attuale in cambio di un sistema di prelievo 'universale', indipendente dalla fonte dei redditi, che salvi alcuni regimi sostitutivi come la cedolare secca sugli affitti, un "minimo esente" qualunque sia l'ammontare del reddito (che sale in base al nucleo familiare), incentivi alla natalità e una "imposta negativa" che sostenga i working poors, quelli che M5S vorrebbe aiutare, appunto, con il salario minimo.
L'ipotesi più accreditata o comunque di partenza è quella di cui ha parlato il premier Giuseppe Conte e consiste nell’accorpare la prima a seconda aliquota Irpef, quelle del 23% per i redditi fino a 15.000 euro e del 27% per i redditi fino a 28.000 euro. L’obiettivo è portare la percentuale di tassazione al 20% per le due fasce di reddito.
Ma tra gli obiettivi c'è agevolare imprese e professionisti che guadagnano più di 65.000 euro e che quindi sono fuori dal regime forfettario agevolato.
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