Gennaio e settembre 2020 sono i mesi da segnare in rosso per i beneficiari del reddito di cittadinanza. Entro il 31 gennaio, infatti, chi non ha rinnovato l'Isee, rischia la sospensione dei pagamenti. Dall'Inps hanno chiarito però che la mensilità di gennaio non è a rischio: verrà come sempre pagata il 27 del mese.
Reddito di cittadinanza 2020: cosa ricordare a gennaio
Chi non è in possesso dell'Isee 2020 potrà subire una sospensione a partire da febbraio, senza quindi ricevere i pagamenti nei mesi successivi.
Reddito di cittadinanza 2020 a settembre
Dopo gennaio, l'altro mese da spuntare sul calendario è settembre. Scatta infatti la 18° mensilità per chi ha presentato la domanda a marzo 2019: per i primi beneficiari del provvedimento, il sostegno economico automaticamente decadrà.
Sebbene una famiglia continui a soddisfare i requisiti reddituali previsti per ottenere il reddito di cittadinanza, questo ha comunque una durata di 18 mesi al cui termine viene sospeso. Ottenere ancora una volta l'erogazione del reddito di cittadinanza è comunque possibile: basterà presentare una nuova domanda.
La regola vale anche per i mesi a seguire. Chi ha conseguito il reddito di cittadinanza ad aprile 2019, lo perderà ad ottobre 2020 e così via.
Reddito di cittadinanza 2020 scaduto: cosa serve per la nuova domanda
Per ottenere nuovamente il reddito di cittadinanza, si dovrà solo presentare la domanda (con il modulo SR180 fornito dall’Inps) con l'Isee in corso di validità. La documentazione dovrà essere infine presentata al Caf, alle Poste o con procedura on line.
Reddito di cittadinanza 2020: le differenze dopo il rinnovo
Ci sono delle differenze di cui tener conto dopo il rinnovo del reddito di cittadinanza. Per prima cosa il reddito decade al rifiuto della prima offerta di lavoro congrua e non più alla terza.
Verranno inoltre proposte anche offerte di lavoro indipendentemente dal territorio di appartenenza. Soltanto nel caso della presenza nel nucleo familiare di minori o componenti con disabilità, le offerte di lavoro saranno localizzate ad un raggio di 250 km dall’indirizzo di residenza.
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