Le tensioni tra Iran e Usa provocano ripercussioni anche sulla vita quotidiana. Il caro greggio si farà sentire con ogni probabilità sulle tasche dei consumatori, ma anche sulle imprese coinvolte in prima linea dai rincari delle fonti energetiche, come le aziende di autotrasporto e le compagnie aeree. Per questa settimana, ancora prima dell’uccisione di Qassem Soleimani, la Figisc aveva già previsto rincari del prezzo del carburante di circa 0,5 centesimi al litro, provocati dai ritocchi al rialzo già operati venerdì da Eni e altre compagnie guida del mercato. Il prezzo medio della verde al servito registrato dal ministero dello Sviluppo economico era venerdì pari a 1,728 euro (1,593 al self), ma con l'impennata del Brent oltre i 70 dollari, da qui ai prossimi giorni i listini potrebbero aumentare ulteriormente, alla luce delle probabili conseguenze sui prezzi all’ingrosso che si rifletteranno anche al dettaglio. Immediati i rincari anche del prezzo degli alimentari. In un Paese come l’Italia dove l'85% dei trasporti commerciali avviene su strada, spiega la Coldiretti, l’aumento dei costi di trasporto è dietro l’angolo, come quello di produzione, trasformazione e conservazione. «Se salgono i prezzi del carburante aumentano i costi per le imprese mentre si riduce il potere di acquisto degli italiani che hanno meno risorse da destinare ai consumi», denuncia l’associazione, prevedendo un impatto sull'intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere dal 30 al 35% su frutta e verdura. «Gli shock energetici aggravano un deficit logistico ed energetico che è necessario recuperare investendo su fonti alternative e sbloccando le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo», sottolinea il presidente Ettore Prandini. Se le quotazioni dovessero mantenersi in rialzo a lungo, a fare i conti con il supergreggio sarà anche il trasporto aereo. Le compagnie quotate hanno oggi particolarmente sofferto in Borsa: Air France-Klm, considerata la più vulnerabile alle oscillazioni di prezzo da Credit Suisse, ha perso fino al 3,3%. Ryanair il 2% e Easyjet l’1,7%.