Incentivi per tutti i meridionali, fino a 45 anni, che vogliono aprire un'attività imprenditoriale nel Mezzogiorno. Lo ha comunicato su Facebook il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, annunciando che "sabato scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto su "Resto al sud". "È una misura che ha funzionato, fin qui ha sostenuto l'avvio di oltre 4.000 attività, e per dare un'iniezione nuova di fiducia al Sud è stata estesa sia dal punto di vista anagrafico che di quello delle attività, aprendo ai professionisti. Lo aspettavate in tanti questo decreto, mi avete scritto e mi scuso se non ho risposto a tutti. Avevate ragione a lamentarvi, questi ritardi amministrativi sono inaccettabili e per ovviare in LdB abbiamo previsto, ai fini dell'ammissione alle domande, un ulteriore estensione del requisito anagrafico per quest'anno. Ora bisogna accelerare", prosegue. È destinato a chi vive in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia o a coloro che vi si trasferiscono entro sessanta giorni, o entro centoventi giorni se residenti all'estero, dalla comunicazione del positivo esito dell'istruttoria. L'agevolazione consiste in un finanziamento, fino a 50mila euro, per la creazione di nuove attività che arriva fino a 200mila euro in caso di società. Ma per cosa può essere utilizzato? Copre i costi per la ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili, per l'acquisto di impianti, macchinari, attrezzature e programmi informatici e per le principali voci di spesa utili all'avvio dell'attività. Una parte del finanziamento è a fondo perduto e copre il 35 per cento dell'investimento. Il 65%, invece, è demandata ad un finanziamento bancario, garantito dal Fondo di Garanzia per le Pmi, i cui interessi sono interamente coperti da un contributo in conto interessi. In pratica il prestito va rimborsato entro otto anni dalla concessione del finanziamento, di cui i primi due anni di pre-ammortamento. Possono richiederlo professionisti che non devono "essere titolari di partita Iva per l'esercizio di un'attività analoga a quella proposta nei dodici mesi precedenti la presentazione della domanda di agevolazione. In particolare, non possono presentare istanza i soggetti che risultano essere titolari, nei dodici mesi precedenti la presentazione della domanda, di partita Iva associata ad un codice Ateco identico, fino alla terza cifra di classificazione delle attività economiche, a quello corrispondente all'attività oggetto di domanda di ammissione alle agevolazioni". Ed ancora, non possono accedere all'incentivo coloro che hanno beneficiato, nell'ultimo triennio, a decorrere dalla data di presentazione della domanda, di ulteriori misure a livello nazionale a favore dell'autoimprenditorialità e chi chiede il finanziamento non deve risultare titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Per le attività libero-professionali svolte in forma individuale, non è necessario costituire società ma sono richieste unicamente la partita Iva e l'iscrizione all'ordine professionale. "L'ho detto e lo ripeto. Le nuove generazioni devono essere libere di andare, ma devono avere anche l'opportunità di tornare o di restare nel proprio territorio. Ma quel "diritto a restare" di cui parlo dal mio insediamento, non si realizza per decreto. Ha bisogno di riprendere un cammino di sviluppo che sarà lungo, ma per il quale oggi abbiamo fatto un piccolo importante passo avanti", ha concluso Provenzano.