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Docenti Accademie Belle Arti: "Occorre riforma dei contratti di insegnamento"

Non c'è ancora chiarezza sulla forma contrattuale per alcuni docenti. Dallo scorso primo luglio, infatti, non sono più utilizzabili nelle pubbliche amministrazioni i contratti di collaborazione coordinata e continuativa, così come previsto dall'articolo 7, comma 5-bis, del dlgs 165/2001, prorogato per circa 4 anni. Le P.A., quindi, che vogliono avvalersi di attività lavorative continuative, dovranno utilizzare esclusivamente rapporti di lavoro subordinato.

I docenti a contratto ABA Palermo, Roma e Napoli hanno analizzato le problematiche riguardanti la propria posizione di lavoro, ponendo anche soluzioni migliorative all’attenzione del Miur, delle Accademie e dei Sindacati. Ci si è soffermati proprio sulle tipologie di contratti proposti ai docenti co.co.co. non in organico, che prevedevano come opzioni per poter svolgere le docenze i contratti di prestazione professionale a partita Iva, o i contratti di prestazione occasionale. Visto che dallo scorso 1 luglio non è possibile stipulare contratti che, pur non instaurando un rapporto di subordinazione tra datore di lavoro e lavoratore, risultano caratterizzati dalla definizione unilaterale dei termini di pagamento, dalla definizione di luoghi ed orari di lavoro, si chiede chiarezza.

Per i docenti "risulta insufficiente e non chiara, la proposizione di contratti a "prestazione d’opera", in quanto gli stessi sono in contrasto con la definizione di docenza. È evidente che le modalità di trattamento a cui i docenti con contratti di co.co.co. sono sottoposti rendono, per molti aspetti, i contratti di collaborazione sempre più vessatori e discriminanti".

"Circa il 50% dei docenti delle Accademie di Belle Arti in Italia è composto da docenti contrattisti", denunciano e la legge in vigore dallo scorso luglio "agisce complicando una situazione di precariato insostenibile, creando i problemi che stiamo vivendo oggi come docenti, e che ha provocato il blocco delle lezioni e danneggiato gravemente il sistema didattico, i calendari, la programmazione, la nostra proposta formativa agli studenti".

"Riteniamo, inoltre - scrivono nella nota inviata -, che questa sia una buona occasione per affrontare in modo sistematico la questione dell’adeguamento e dell’allargamento dell’organico".

I docenti chiedono "la costituzione di un tavolo di incontro con il Miur, alla presenza di noi contrattisti e dell’organizzazione sindacale. Per la risoluzione del problema più urgente, cioè la ripresa immediata della didattica, restiamo invece, ovviamente, subito disponibili ad accettare proroghe legislative o soluzioni temporanee per i contratti Afam".

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