C'è l'accordo sulla rivalutazione delle pensioni per 2 milioni e mezzo di persone, ma anche sul fondo per le famiglie, sulla sugar e sulla plastic tax. Ma la manovra, ormai pronta al passaggio in Parlamento, prevede anche tasse sulle sigarette, l'aumento della cedolare secca e l'abolizione dei superticket. Fra le misure di maggiore impatto ci sono quelle per gli anziani e le famiglie. Per i primi c'è il ripristino della rivalutazione delle pensioni tra i 1.500 e i 2.000 euro lordi. "La misura interessa circa 2,5 milioni di pensionati", come si legge in un documento di sintesi della manovra. Ma non solo: "Viene confermata anche l'esenzione dal canone Rai per gli anziani a basso reddito". Lo scheletro della manovra è contenuto in una bozza di sei pagine. Molte delle misure fanno parte da tempo del pacchetto, altre sono nuove, di altre sono stati definiti i dettagli. "Per la famiglia - viene spiegato - la manovra prevede un fondo da 2 miliardi nel prossimo triennio. Dal 2020 le risorse degli attuali bonus (nascita, bebè, voucher asili nido) saranno riordinate in un unico fondo che avrà una dote aggiuntiva di 500 milioni. Sarà un'apposita 'carta bimbi' da 400 euro al mese a permettere alle famiglie di coprire le rette per gli asili nido o azzerarle per i nuclei a basso reddito". Dallo schema prende forma la tassa sul fumo, che riguarda sia le sigarette elettroniche sia quelle tradizionali: 160 milioni arriveranno da un aumento di imposte su liquidi, bruciatori, trinciato e sigaretti e oltre 45 dalle sigarette. Si confermano la tassa sugli imballaggi di plastica, un euro per chilogrammo, che partirà dal primo giugno 2020, e l'aumento della cedolare che al 12,5% dal 10%. Previsto anche il 'ritorno' del bonus cultura per i diciottenni, in scadenza a fine 2019. Il governo è intenzionato a rinnovarlo, ma l'investimento dovrebbe calare da 240 milioni a 160 milioni. Malgrado la minore disponibilità, Pd e Iv chiedono di fare in modo che la cifra a disposizione dei neo maggiorenni resti di 500 euro ma il rischio è che il bonus sia quasi dimezzato. Per riuscirci, puntano "sul fatto che non tutti i diciottenni lo hanno usato nel passato".