Superbonus pagamenti digitali da luglio: dal parrucchiere al meccanico, la lista degli sconti
Il superbonus tanto voluto dal premier Giuseppe Conte, partità da luglio e sarà dettagliato in manovra. Sul piano Italia Cashless, dopo una settimana di liti e confronti in seno al governo, si raggiunge l'intesa di massima. Decreto fiscale e manovra sono ora in rampa di lancio anche se serviranno sei mesi per mettere a punto il pacchetto di incentivi e sanzioni sull'uso di carte e bancomat da abbinare al piano anti-evasori, dalla stretta su frodi e false compensazioni al carcere per i grandi evasori. Il superbonus è una delle misure principali della manovra. Nell'elenco delle spese tracciabili da premiare con un ritorno tra i 300 e i 500 euro, ovvero del 19%, entrerebbero parrucchieri ed estetista, ma anche officine ed elettrauto, elettricisti e idraulici e i ristoranti. Tuttavia si vuole allungare la lista: l'obiettivo, spiegano a Palazzo Chigi, è includere, ad esempio, anche medici e dentisti. Ma servirà ancora tempo per mettere a punto la piattaforma che incrocerà i dati in arrivo dai circuiti dei pagamenti elettronici. Il meccanismo del superbonus, infatti, dovrebbe funzionare come un vero e proprio cashback, che gli stessi operatori potrebbero accreditare direttamente sulle carte. Ma di pari passo ai pagamenti elettronici c'è anche la partita delle commissioni: l'obiettivo è azzerarle per i piccoli acquisti e, se possibile, di venire incontro ai commercianti con un credito sul modello dei benzinai. Da metà anno scatteranno anche le multe per chi rifiuta il Pos, così come la riduzione del tetto al contante. L'inasprimento delle pene per i grandi evasori invece entreranno in vigore subito, non appena convertito il decreto fiscale: la novità riguarda la soglia dei 100mila euro di imposte evase che farà scattare l'aggravante e il carcere fino a 8 anni. Il decreto fiscale potrebbe essere pubblicato in Gazzetta ufficiale già il 24 ottobre. Per la legge di Bilancio invece servirà ancora qualche giorno, perché ci sono ancora alcuni punti da definire. Fra tutti la revisione della flat tax per le partite Iva fino a 65mila euro. Sui paletti al regime forfettario si tratta ancora: tutti d'accordo, infatti, sul divieto di cumulo, cioè sul bloccare l'accesso al regime agevolato per chi ha già altri redditi per almeno 30mila euro. Ma il M5s preme per rivedere il tetto di 20mila euro per gli investimenti che fa saltare il forfait. Sembra destinata a restare, invece, la sugar tax, l'imposta sulle bevande con zuccheri aggiunti, ma si cercano i 200 milioni di coperture necessari per soprassedere. "Nella discussione parlamentare tutto è migliorabile", dice il viceministro all'Economia Antonio Misiani, tendendo la mano a Italia Viva che preme per eliminare il balzello. Anche la plastic tax, che vale 1 miliardo, dovrebbe restare. Oltre al capitolo fiscale cominciano a delinearsi anche le proposte dei ministeri per la manovra: dal piano famiglia, con il congedo per i papà a 7 giorni e il rafforzamento del bonus bebè, e 150 milioni (su 600) destinati alla riduzione delle rette degli asili nido, a quello per la P.a. green, con il parco auto che diventerà ibrido o elettrico almeno per il 50%. In più si dovrebbero sostituire le impronte con le telecamere per beccare gli assenteisti. E se sul fronte casa tutti assicurano un impegno per confermare la cedolare secca sugli affitti concordati al 10%, anziché farla salire al 12,5%, sul fronte abitazioni lancia una proposta il presidente della commissione Bilancio del Senato, Daniele Pesco: un fondo ad hoc per chi ha avuto la casa pignorata, per consentire di riprenderla prima in affitto e poi di ricomprarla.