"Nel primo semestre 2019" di avvio del Reddito di cittadinanza, è stata "accertata la presenza di 185 lavoratori "in nero" percettori di Reddito, testimonianza più che importante del buon funzionamento dell'apparato di controlli". Lo ha affermato la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo, al question time, sottolineando l'impianto di controlli e sanzioni messo in campo contro gli abusi, "assenti in precedenti norme di analoga natura (come social card e Rei), anche incrociando le banche dati dei vari enti". Il Reddito e la Pensione di cittadinanza, ha rimarcato, "si confermano come misure necessarie per il nostro Paese. Sapere che 960 mila nuclei familiari, circa 2,4 milioni di persone, non vivono più sotto la soglia di povertà è per noi motivo di grande orgoglio. Abbiamo assicurato la tenuta sociale del Paese e con la seconda fase del Reddito completeremo il percorso. È un primo passo verso un sistema più egualitario". "Sono in corso approfondimenti che intendono pervenire ad un chiarimento, sul piano generale, circa i requisiti di accesso al Reddito di cittadinanza, ma anche fare luce sulla compatibilità, o meno, degli arresti domiciliari cui è sottoposta Federica Saraceni con gli obblighi imposti dal Dl 4/2019", ha ribadito la Catalfo sul caso dell'ex Br e di Raimondo Etro e Massimiliano Gaeta. "Dagli elementi raccolti risulta che entrambi i soggetti hanno espiato la rispettiva pena. Per Etro, la scadenza della stessa era fissata al 6 febbraio 2010; per Gaeta, la scadenza della pena era fissata al 28 maggio 2012", ha detto Catalfo. Per tale motivo "e nel pieno rispetto del dettato costituzionale, che all'articolo 27 sancisce che le pene devono tendere alla rieducazione del condannato, il cittadino che ha espiato interamente la pena viene reintrodotto nella società in condizione di parità rispetto a tutti gli altri, potendo godere in tal modo degli strumenti previsti dal nostro sistema di welfare", ha affermato Catalfo.