I dazi Usa si abbattono sul Made in Italy. Ma salva la mozzarella di bufala e probabilmente anche l'olio d'oliva e il prosecco. Colpiti con una tariffa del 25% pecorino romano, parmigiano reggiano, provolone e prosciutto. Emerge dalla lista dei prodotti pubblicata dalle autorità americane dopo il via libera del Wto agli Stati Uniti.
I dazi dovrebbero scattare dal 18 ottobre. Nell'elenco figurano anche il whiskey scozzese, i vini francesi, l'Emmental svizzero e la groviera. Dazi del 10% sugli aerei commerciali.
Gli Usa inoltre hanno chiesto alla Wto un meeting il 14 ottobre per avere l'approvazione sulle contromisure contro la Ue.
Dazi, ma non per tutti i prodotti. La mozzarella di bufala viene esclusa dalle misure. "I dazi sono un colpo al sistema delle eccellenze italiane, anche se la mozzarella di bufala campana fortunatamente è stata esclusa dalla lista dei prodotti sottoposti a nuovi dazi", afferma Pier Maria Saccani, direttore Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop.
"L'export - continua Saccani - è voce fondamentale del made in Italy, noi continuiamo a credere nel libero mercato come opportunità di crescita". "Sulla decisione di non imporre dazi anche sulla nostra mozzarella di bufala campana - sottolinea - crediamo che possano aver influito gli ottimi rapporti bilaterali con le organizzazioni americane, che nell'agosto scorso ci hanno fatto visita e con i quali abbiamo firmato nella nostra sede alla Reggia di Caserta uno storico accordo per la tutela del nostro prodotto in America. Noi crediamo nel dialogo come metodo di lavoro, in ogni occasione".
COSA SONO I DAZI. Gli Stati Uniti potranno imporre dazi sui prodotti provenienti dall'Europa per un ammontare annuo fino a 7,5 miliardi di dollari, quasi sette miliardi di euro. Un conto salato che potrebbe scatenare una guerra commerciale tra le due sponde dell'Atlantico e frenare l'export italiano.
Il più colpito dovrebbe essere il settore agroalimentare, ma saranno penalizzati anche il settore moda e le motociclette, arrivando a costare al sistema Italia fino a un miliardo di euro. L'ammontare delle tariffe sarà diverso: si valuta un 10% sui grandi aerei commerciali e un 25% su prodotti agricoli e industriali.
La decisione del Wto è legata a quella con cui a suo tempo sono stati giudicati illegali alcuni aiuti pubblici destinati al consorzio Airbus e la cifra indicata dall'organismo che ha base a Ginevra è destinata a compensare il danno (stimato) subito dal sistema economico statunitense. Ma lo stesso Wto ha anche ritenuto illegali alcuni aiuti forniti dall'amministrazione di Washington alla Boeing e nei prossimi mesi dovrebbe emanare un verdetto analogo a quello odierno, stavolta per quotare il valore delle misure compensative che potrà adottare l'Ue.
C'è già una stima, anche se ancora provvisoria, dei danni per il settore agroalimentare italiano.
PARMIGIANO REGGIANO. Gli Stati Uniti sono il secondo mercato estero, dopo la Francia, per l'export di Parmigiano Reggiano. Attualmente sono esportati 10 milioni di kg l'anno. Attualmente il prezzo del Parmigiano Reggiano negli Usa si attesta attorno ai 40 dollari al kg. Se, a causa dei rialzi tariffari, i listini aumentano a 60 dollari al kg, il Consorzio stima una perdita di quota di mercato del 90%, quindi si apre la necessità di trovare nuovo spazio di mercato per 9 milioni di kg l'anno per il "re dei formaggi". La perdita di fatturato del prodotto esportato negli Usa è di 360 milioni di euro.
GRANA PADANO. Il sistema Grana Padano, in un anno, subirebbe un danno quantificabile in circa 270 milioni di euro. Con i dazi i produttori temono una perdita record pari a -80%, finanche -90%, di export qualora la tassa passasse da 2,15 dollari a 15 dollari al chilo, facendo alzare il prezzo al consumo fino a 60 dollari al chilo.
LATTE. Anche i consumatori italiani e l'industria casearia dovrebbero far fronte a possibili rialzi del prezzo del latte, perché per la produzione di forme di Parmigiano Reggiano e di Grana Padano viene trasformato il 40% dell'intera produzione di latte italiano. Secondo i due Consorzi 400.000 forme di Parmigiano Reggiano e Grana Padano, senza più sbocco in America, peserebbero tremendamente sugli altri mercati, a cominciare da quello italiano.
PASTA. L'export di pasta in Usa ammonta a circa 305 milioni. Il prezzo aumenterebbe sulle tavole americane a 3,75 euro al kg rispetto agli attuali 2,75 euro. Per penne e spaghetti il dazio è in media di 6 centesimi al kg.
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