Il Tar di Palermo ha sospeso la procedura di mobilità riservata ai medici di assistenza primaria, meglio noti come medici di famiglia, con riferimento agli 'ambiti carenti di assistenza primaria relativi all’anno 2019' accogliendo il ricorso dell’avvocato Santi Delia, nell’interesse di uno dei medici esclusi dalla procedura. In particolare, tale procedura bandiva le zone carenti dislocate nella regione Sicilia (ambiti relativi ad Isole Eolie, Isole Egadi, ecc.) da assegnare ai medici di assistenza primaria, sulla base del punteggio maturato nel corso della propria carriera professionale. Tra i requisiti necessari a partecipare a tale procedura, ai sensi dell’accordo collettivo nazionale vigente, era previsto che potessero concorrere al conferimento degli incarichi i medici titolari di incarico a tempo indeterminato di assistenza primaria iscritti da almeno due anni in un elenco della Regione che pubblica l’avviso. Secondo il Tar, «il ricorso introduttivo e i successivi motivi aggiunti appaiono assistiti da sufficiente fumus boni iuris in relazione alla censura con cui parte ricorrente, lamenta la violazione e falsa applicazione dell’art. 34, avendo la Regione obliterato le modifiche che appaiono sostanziali (e non meramente terminologiche), apportate con il nuovo Acn in data 21 giugno 2018». I giudici hanno ritenuto che alla procedura avrebbero potuto partecipare anche i medici con un servizio in Sicilia da almeno due anni, senza che fosse necessario essere iscritti da almeno due anni nell’elenco di provenienza. Si tratta, commenta l’avvocato Santi Delia, «di una decisione destinata ad incidere nella gestione dell’assegnazione degli ambiti carenti di assistenza primaria su tutta la Regione e che, come la contrattazione collettiva voleva e l’Assessorato aveva obliterato, premia i medici che, da tempo, svolgono il loro servizio a favore della collettività siciliana». (AGI)