"Se l’Italia è un paese che arranca, il Sud, e la Sicilia in particolare, rantola nonostante un potenziale immenso". Sono le parole di Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, che commenta gli ultimi dati Istat. "Occorre dare fiducia e stabilità - prosegue -, serve un piano strategico di sviluppo per le infrastrutture del Sud che sono da terzo mondo, meno tasse e più semplificazione e soprattutto occorre dare fiducia e stabilità. Il Paese è sempre più spaccato in due, e il Sud non riesce a stare dietro al Centro e al Nord. Se da una parte l’Italia centrale e settentrionale ha già raggiunto l’obiettivo di Lisbona 2020 di un tasso di occupazione del 67%, il Sud è indietro e si trova ancora al 48,2% nel 2018, con meno di metà delle persone tra i 24 e i 64 anni occupate. Al Nord Est la quota è più alta di quasi 25 punti rispetto al Mezzogiorno (73%), secondo un recente studio di Confcommercio: il divario nelle opportunità di lavoro contribuisce a fare del Sud un luogo di passaggio per chi ha la possibilità di andare altrove". "Negli ultimi dieci anni, dal 2008 al 2018, il Pil pro capite del Sud è sceso dell’8,1 per cento: un’economia ferma e senza una prospettiva di ripresa aggrava i problemi strutturali del Mezzogiorno. Gli over 60 - continua - erano meno di un quarto della popolazione totale vent'anni fa, mentre ora rappresentano il 30% e arriveranno al 40% tra vent'anni. Per non parlare dello spopolamento: tra il 2015 e il 2018 la popolazione del Mezzogiorno d’Italia è diminuita di oltre 222 mila unità e il fenomeno è destinato a salire esponenzialmente". "Come sempre - conclude Patrizia Di Dio - il sud del sud d’Italia e d’Europa è la Sicilia, il cui divario dal resto del Paese è sempre più accentuato, come evidenziano i dati cronici sulle carenze di infrastrutture, sulla disoccupazione, sul disagio sociale e il degrado delle città".