Sulle accise la Corte costituzionale apre alla Sicilia. Con la legge di bilancio del 2018, la Regione aveva indicato in entrata 600 milioni di euro di trasferimento di accise, secondo le previsioni della legge finanziaria dello Stato del 2007 che non hanno mai trovato applicazione, ma sono ancora vigenti e che prevedono la retrocessione di tale importo delle accise (che vengono incassate dallo Stato) proprio per contribuire alla spesa sanitaria regionale. Adesso la Corte costituzionale con la sentenza di ieri «ha offerto una grande apertura in favore della Sicilia», dice il vicepresidente della Regione e assessore all’Economia, Gaetano Armao.
Nel 2012 la Regione aveva contestato di fronte alla stessa Corte la legittimità costituzionale della legge di bilancio statale, poichè non prevedeva tale trasferimento, ma la Corte non accolse il ricorso, legittimando, così, la scelta statale.
«Questa volta, su proposta del governo, al fine di superare uno stallo, la Regione ha invece previsto tali somme in entrata nel proprio bilancio, cautelativamente, destinandole a un fondo da utilizzare solo dopo l’esito del contenzioso con lo Stato. Spiega Armao: «La Corte, staccandosi dal precedente orientamento - e questo rappresenta un primo punto a favore della Regione - ha ritenuto di verificare in concreto la spettanza del trasferimento finanziario.
Quello che lo Stato opponeva alla Sicilia nella retrocessione delle accise era un muro nel quale la Corte costituzionale, con la sentenza-ordinanza istruttoria n 197 del 2019, ha aperto un’importante breccia». Per quanto riguarda le accise che servono a finanziare il sistema dei Lea (Livelli essenziali di assistenza), la Corte ha richiesto un supplemento istruttorio, al fine di verificare se le due parti, Stato-Regione, abbiano adottato una corretta ripartizione delle risorse finanziarie relative alle accise e se, quindi, risulti infondato, come si deve ritenere, il rifiuto dello Stato di corrispondere quanto dovuto. La Corte Costituzionale, riguardo alla devoluzione delle accise da parte dello Stato per finanziare i Lea, precisa testualmente che deciderà dopo averne appurato l’integrale finanziamento. Infine, per quanto riguarda la decisione della Corte sulla inutilizzabilità delle risorse che la Regione ha incassato dalle banche, in seguito alla restituzione di rate di mutui pregressi, il ragioniere generale della Regione, Giovanni Bologna, ha concluso che si deve prendere atto della decisione della Corte e adottare le misure correttive, fermo restando la pertinenza regionale di tali somme.
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