"Nessun accordo tra Almaviva Contact e le organizzazioni sindacali per il sito di Palermo. L'azienda ha confermato la necessità di ricorrere al Fondo di integrazione salariale fino al 60%, così come ribadito ieri al ministero del Lavoro. Prevista anche una riduzione drastica dei volumi pari al 70% dei committenti Tim e Wind-Tre”.
Così Giuseppe Tumminia, segretario generale della UilCom Sicilia, al termine dell’incontro di oggi presso la sede di Sicindustria dove si è svolto l’esame congiunto di procedura. “In mancanza di interventi da settembre scatteranno le procedure di licenziamento: su 2.760 lavoratori, l’esubero dichiarato sarebbe di 1.300. L'assenza di prospettive, l'insostenibilità per i lavoratori delle condizioni poste dall'azienda, il taglio degli stipendi, la perdita dei requisiti di accesso al Bonus 80 euro per i part-time, uniti alla previsione dei licenziamenti, impediscono di raggiungere qualunque intesa. Non è più rinviabile - conclude Tumminia - da parte del Governo un piano di interventi strutturali per il comparto. Sarebbe bastato, già ieri, chiedere ai committenti di spostare subito le chiamate dalla Romania all’Italia”.
Secondo Slc Cgil Fistel Cisl Uilcom Uil e Ugl Tlc i licenziamenti incombono come "un’ombra nera che si allunga su tutta la filiera regionale dei call center, che in Sicilia assorbe 20 mila addetti. Si è concluso con un nulla di fatto stamattina, nella sede di Sicindustria a Palermo, l’incontro azienda-sindacati sul tema degli ammortizzatori sociali". "L’incontro svoltosi ieri al ministero del Lavoro – scrivono i sindacati – non ha prodotto soluzioni utili ad affrontare nell’immediato le criticità di Almaviva Contact nè tantomeno la crisi strutturale del settore".
Pertanto, "l’assenza di prospettive risolutive per il comparto, l’insostenibilità per i lavoratori delle condizioni poste, il drammatico taglio degli stipendi causato dall’ammortizzatore con percentuali senza precedenti, la perdita dei requisiti di accesso al bonus 80 euro per i part time, unite alla previsione dei licenziamenti, impediscono di raggiungere qualunque intesa». Per Slc Cgil Fistel Cisl Uilcom Uil e Ugl Tlc, "non è più rinviabile da parte del Governo nazionale un piano di interventi strutturali per il comparto. Occorrono regole per gli appalti dei call center, misure per contrastare la delocalizzazione all’estero, il rispetto delle tabelle ministeriali sul costo del lavoro, l’istituzione di un fondo di settore anche per la riqualificazione".
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