Giovedì 19 Dicembre 2024

Tasse sulla casa, arriva la proposta della Lega di unificare Imu e Tasi

Tasse sulla casa si cambia ancora. Ma senza pesare sulle tasche dei proprietari e senza intaccare i bilanci dei Comuni. La proposta di legge della Lega per la fusione in un unico tributo di Imu e Tasi, che ha iniziato il suo iter in parlamento, vuole essere neutra sia per chi possiede seconde e terze abitazioni sia per i sindaci che incassano l’imposta, che andrà dal 7,6 per mille a un massimo del 10,6 per mille. L’obiettivo è «semplificare senza aumenti, garantisce il vicepresidente della commissione Finanze Alberto Gusmeroli, primo firmatario, spiegando che si punta a un fisco "semplice che permetta lo sviluppo del mercato immobiliare". La proposta è stata appena incardinata e ora si cerca di accelerare per portare a casa la 'nuova Imu entro l’anno, in modo da renderla operativa già dal 2020. Intanto ci sarà un ciclo di audizioni, a partire da Anci e Confedilizia, che  saranno stabilite la prossima settimana. Nel frattempo partirà la richiesta di esaminare il testo in commissione in sede legislativa, senza cioè doverlo votare anche in Aula. La proposta è composta di 13 articoli e prevede la fusione delle due imposte: per garantire l’invarianza di gettito bisognerà individuare, si legge sempre in premessa, «soluzioni condivise con le amministrazioni locali». Ci sono infatti «circa 1000 Comuni che applicano la maggiorazione dello 0,80 per mille" sulla Tasi e va trovato il modo di fissare l’aliquota al 10,6 per mille «non sottraendo risorse ai comuni e al contempo non innalzando la pressione fiscale sui contribuenti». Obiettivo finale è quello di arrivare nel 2021 al bollettino precompilato. L’imposta unificata si pagherà sempre in 2 rate, il 16 giugno e il 16 dicembre, e resta esente la prima casa, a eccezione di case signorili, ville e castelli (A1, A8 e A9) per i quali l'aliquota resta dello 0,4 per mille con possibilità per i Comuni di aumentare il prelievo dello 0,2 o azzerarlo. Confermata anche la detrazione di 200 euro. I sindaci avranno ancora margini di manovra sull'imposta, ma limitati e definiti per legge. La base imponibile è comunque dimezzata per i fabbricati di interesse storico o artistico e per quelli inagibili o inabilitabili mentre è abbattuta del 75% in caso di affitto a canone concordato. Saranno esenti, tra gli altri, gli immobili dello Stato e degli enti locali e gli edifici di culto. Prevista una clausola di salvaguardia per garantire l'invarianza di gettito: se ci fossero oneri per lo Stato saranno compensati intervenendo sulla deducibilità dell’Imu sui capannoni. Se ci fossero invece maggiori entrate finirebbero nel fondo di solidarietà comunale. (ANSA).

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