«Ormai da troppi anni le tre città metropolitane ed i sei liberi consorzi della Regione Siciliana versano in una condizione di crisi sia sul piano finanziario e di bilancio sia sotto il profilo istituzionale e della gestione dei servizi. Crisi determinata dagli effetti del prelievo forzoso che,a differenza del resto d’Italia, non sono stati in alcun modo attenuati da trasferimenti di risorse a titolo perequativo e che rischiano di causare la paralisi e il dissesto finanziario nel corso dell’anno corrente». Lo ha detto il presidente dell’AnciSicilia, Leoluca Orlando, che aggiunge: «per superare tale stato di fatto, più volte anche a mezzo stampa, si è fatto riferimento al fatto che, attraverso la sottoscrizione o l’integrazione di un accordo tra lo Stato e la Regione Siciliana, si potessero individuare gli strumenti per il superamento delle problematiche finanziarie e, quindi, si potesse consentire la piena ripresa del ruolo istituzionale delle province». «Le risorse necessarie da destinare agli Enti di area vasta - aggiunge - devono essere quantificati in una cifra complessiva di 300 milioni di euro. In considerazione del fatto che riprendere pienamente l’attività istituzionale significa anche poter sostenere delle spese necessarie, per esempio sul fronte delle manutenzioni ordinarie, anche per rendere proficua la spesa delle ingenti risorse per investimenti di cui tali enti allo stato dispongono». «È altrettanto chiaro - conclude il presidente Orlando - che in assenza di un sistema che consenta di valutare la spesa, quale per esempio quello già applicato per i Comuni e relativo ai costi fabbisogni standard, non è possibile addivenire ad una valutazione puntuale delle risorse necessarie. Per consentire stabilità agli enti di area vasta occorre, altresì, che vi sia una certezza nella destinazione di queste risorse almeno per un triennio. In modo tale di poter al più presto approvare gli strumenti finanziari ordinari».