Le compagnie aeree che operano negli aeroporti italiani devono avere il "contratto nazionale come riferimento minimo retributivo e normativo". E’ la richiesta dei sindacati del settore aereo che per domani hanno proclamato uno sciopero nazionale di 4 ore. Disagi in vista, dunque, per chi ha prenotato un volo. L’Alitalia ha messo in atto un piano che garantirà ai passeggeri di partire comunque in giornata. I lavoratori di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo si fermeranno dalle 10 alle 14 e, nella stessa fascia oraria, anche Anpac e Apnav hanno confermato lo sciopero per piloti e assistenti di volo Alitalia. Più pesante la giornata per chi ha scelto i voli Air Italy, qui lo sciopero sarà di 24 ore, ma verranno garantite i voli fra le 07.00 e le 10.00 e fra le 18.00 e le 21.00. Negli orari a rischio Alitalia ha previsto di cancellare 95 voli (sui 550 della giornata), ma ha predisposto un piano straordinario grazie al quale tutti i passeggeri coinvolti saranno riprotetti in giornata. Chi invece ha rinunciato al volo sarà rimborsato. Lo sciopero nazionale arriva a pochi giorni dalla firma raggiunta dai sindacati con Alitalia, il 22 marzo scorso, sulla nuova proroga di 6 mesi della cassa integrazione straordinaria per 830 dipendenti, di cui 700 del personale di terra, 70 comandanti e 60 assistenti di volo. Ma per i sindacati, nonostante la firma "restano tutte impregiudicate le ragioni dello sciopero". A preoccupare i sindacati, oltre al futuro di Alitalia, è la concorrenza selvaggia delle compagnie che rende sempre più inaccettabili le condizioni di lavoro. Per i rappresentanti dei lavoratori: "La situazione occupazionale del settore, strategico per il Paese, è estremamente grave". Alla base dello sciopero "c'è la situazione della legislazione che regola il settore aereo che sta favorendo una competizione spinta tra le compagnie che, attraverso la possibilità di pratiche di dumping contrattuale, si è scaricata sui lavoratori". Nel mirino dei sindacati, la giungla contrattuale dove le low cost stanno facendo la parte del leone. "Chiediamo al Parlamento e al Governo - dicono i sindacati - una legislazione di sostegno che contrasti il dumping contrattuale presente nel settore, prevedendo il contratto nazionale come riferimento minimo retributivo e normativo per poter operare negli aeroporti italiani".