È Filippo Parrino il nuovo presidente di Legacoop Sicilia. È stato eletto ad unanimità questo pomeriggio al termine del 15° congresso regionale che si è tenuto al San Paolo Palace hotel di Palermo alla presenza del presidente nazionale Mauro Lusetti. Sessantadue anni, una lunga esperienza come presidente di Legacoop Palermo e poi di Legacoop Sicilia Occidentale, Parrino ha seguito sia il settore delle cooperative sociali che le cooperative nate sui Beni confiscati e quelle della neonata CulturMedia.
Ad aprire i lavori è stata la relazione del presidente uscente Pietro Piro alla guida dell’organizzazione dal 2014 e in precedenza direttore regionale di Legacoop Sicilia, che ha fatto un bilancio dell’organizzazione in questi anni puntando l’attenzione su alcuni punti fondamentali: “la legalità come pilastro della cooperazione Legacoop in Sicilia”; l’attenzione ai giovani e alle donne “mai pronti ad investire su se stessi come in questo momento storico ma per cui - ha detto - bisogna pensare a percorsi di formazione e informazione ancora più mirati”.
Soprattutto riguardo ai giovani, Piro ha citato un report di Diste Consulting secondo cui in Sicilia su cento imprese registrate dodici sono condotte da under 35 mentre in Italia le imprese gestite da giovani della stessa fascia d’età sono nove ogni cento. “Un dato su cui riflettere coinvolgendo in maniera sempre maggiore all’interno degli organismi Legacoop i giovani cooperatori e allargando lo sguardo anche al nuovo protagonismo femminile”, ha detto Piro. Un invito raccolto dal neo presidente Filippo Parrino.
“A Palermo ma anche a Trapani e Agrigento– ha detto Filippo Parrino, presidente uscente di Legacoop Sicilia Occidentale – come presidente ho lavorato proprio su questo e dato risposte ad istanze nuove. Andremo nella stessa direzione anche nel resto dell’Isola puntando su sostenibilità e innovazione. La cooperazione ha avuto in Sicilia il merito di farsi motore di cambiamento: dalle aziende nate sui beni confiscati alla gestione dei siti culturali, alla rigenerazione urbana. E’ un albero su cui nascono sempre nuovi rami”.
Gli esempi non mancano: dalle cooperative nate sui beni confiscati nel Palermitano, molte delle quali aderenti al Consorzio Libera terra, alla cooperativa Terramia di Castelvetrano in un’azienda confiscata alla mafia nel feudo del boss Matteo Messina Denaro; da CoopCulture che gestisce, tra l’altro, la Valle dei Templi di Agrigento alla cooperativa Parco Uditore che ha recuperato un angolo di verde abbandonato a Palermo.
Tra le proposte emerse durante il congresso, la messa in rete delle giovani cooperative in modo da aumentarne competitività e progettualità; percorsi di formazione e informazione sui valori e le opportunità che il sistema Legacoop propone a sostegno delle nuove imprese cooperative con finanziamenti agevolati e interventi mirati a potenziare misure come “Resto al Sud”, destinate proprio ai giovani delle regioni del Mezzogiorno.
Il quadro è positivo. Il trend degli ultimi tre anni vede l’associazione in crescita nonostante gli anni di crisi: 113 nuove realtà cooperative e 20 mila soci in più, 1351 imprese aderenti, un fatturato complessivo di 2 miliardi e mezzo di euro e un totale 75682 soci. Numeri che si legano a storie esemplari di cooperazione che interessano workers buyout, giovani, donne in vari settori economici: dall’agroalimentare al turismo, dai servizi alla ricerca, alla rigenerazione urbana. Storie come quella di La Chioccia di Messina, un Organismo di ricerca che sviluppa prodotti innovativi per le imprese e che è stato creato nel 2015 da 5 giovani over 35. O ancora alle tante cooperative formate da ex lavoratori di aziende fallite che hanno deciso di mettersi insieme per rilanciare aziende confiscate o in crisi e diventare imprenditori e datori di lavoro di se stessi.
È stato così per Futura cooperativa creata da neppure un anno da ex lavoratori della Coop 25 aprile, la cooperativa storica che gestiva i supermercati coop tra Palermo e Trapani: in 5 si sono uniti aprendo anche a giovani socie e creando un nuovo supermercato Despar al centro di Palermo. A Ragusa, la stessa cosa hanno fatto nel 2016, 20 ex lavoratori di Coop Sicilia per gestire 3 supermercati a Scicli, Pozzallo e Pachino, creando la cooperativa Giorgio la Pira che ha chiuso il 2018 con 6 milioni di fatturato.
Dal report presentato oggi dal presidente uscente Pietro Piro emerge così un’Isola che vuole reagire alla crisi e che nella cooperazione trova sempre più spesso lo strumento per farlo. La distinzione per provincia del fatturato presenta una maggiore concentrazione nella provincia di Palermo con 420 milioni 685mila euro circa, seguito da Ragusa con 370 milioni 567 mila euro, Catania con 299 milioni 765 mila euro circa, quindi Agrigento con euro 123 milioni 543 mila euro, Trapani 107 milioni 351 mila euro, Caltanissetta con euro poco meno di 78 milioni, Messina con circa 62 milioni, Siracusa con circa 49 milioni ed Enna con euro 26,5 milioni circa.
I fatturati di Conad e Coop a livello regionale al 31 dicembre 2017 ammontano rispettivamente a 809 milioni circa e 182 milioni. La distinzione per area territoriale, comprensiva dei fatturati di Coop e Conad distinti per territorio di realizzazione, evidenzia che l’Area Sicilia occidentale ha complessivamente realizzato un fatturato di un miliardo e 30e milioni, l’Area Sud Sicilia di circa 648 milioni e l’Area Sicilia orientale di 576,5 milioni.
Con riferimento alla distribuzione provinciale del numero delle cooperative, c’è una maggiore concentrazione nella provincia di Palermo con 296 cooperative, seguita da Catania con 190 cooperative, quindi Agrigento con 184 cooperative, Messina con 183, Ragusa con 172, Trapani 130, Caltanissetta con 101, Enna con 48 e Siracusa con 47 cooperative. La Sicilia Occidentale è l’area che conta il maggior numero di cooperative aderenti a Legacoop (610). Segue, il Sud Sicilia con 320 cooperative e la Sicilia orientale con 421 cooperative.
La distribuzione per settori evidenzia invece una maggiore concentrazione nel settore della produzione e lavoro con 393 cooperative, seguito dal settore sociale con 320 cooperative, quindi le abitazioni con 249 cooperative, poi i servizi con 179 cooperative, il comparto agricolo con 161 cooperative, il settore dei trasporti con 26 cooperative, quindi la pesca con 20 cooperative, il consumo con 1 cooperativa, i dettaglianti con 2 cooperative. Per quanto riguarda la presenza dei soci per provincia, al netto dei soci di Coop e Conad si evidenzia una maggiore concentrazione nella provincia di Ragusa con 20.524 soci (dovuta alla presenza UNifidi Impresa Sicilia che associa 12.469 soci), seguita da Palermo con 12.642, quindi Catania con 10.152 soci, Trapani con 7.348 soci, Agrigento con 4.919 soci, Messina con 3.154 soci, Caltanissetta con 1.662, Siracusa con 1659 soci, ed Enna 371 soci.
In cima ai settori, spicca per soci quello agricolo con 24.535 iscritti, seguito dal settore dei servizi con 19.992 soci. Al terzo posto il settore dell’edilizio/abitazioni con 8.299 soci, quello sociale con 4.415 soci, produzione e lavoro con 4.293, trasporti con 350 soci, e pesca con 276 soci.
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