Istituito il "Fondo bilaterale per il ricambio generazionale, che prevede la possibilità di andare in pensione tre anni prima di quota 100 purché si abbia una contemporanea assunzione a tempo indeterminato". Lo prevede il decreto su reddito e quota 100 approvato dal consiglio dei ministri, così come si legge nel comunicato finale di Palazzo Chigi.
Dopo sette mesi di discussioni e vertici, nonostante un taglio delle risorse in manovra, le misure di bandiera del governo giallo-verde prendono forma in un decretone varato "in venti minuti" in Consiglio dei ministri.
Riguarderanno "1 milione di pensionati e 5 milioni di poveri": quota 100 creerà "1 milione di posti" e il reddito avrà norme "antidivano". Salvini parla di "10 milioni di persone" coinvolte dalle diverse misure giallo-verdi. Il reddito, secondo le ultime stime, andrà a 1,3 milioni di famiglie, di cui 164mila nuclei stranieri.
Ma fino all'ultimo il varo del decretone è tribolato. Sarà ora corsa contro il tempo per attuare le due misure, che sono complesse, nei tempi. E promette di essere movimentato, vista anche la contrarietà delle opposizioni, l'iter parlamentare ("Non vogliamo dare schiaffi alle Camere", assicura Conte).
Le due misure di bandiera pagano il prezzo di risorse limitate: sale l'età per la pensione di cittadinanza, da 65 a 67 anni e spuntano clausole in caso di sforamento dei costi. Il decretone, dunque. Vale "22 miliardi, soldi veri". E partiranno entrambe ad aprile, sottolineano Di Maio e Salvini, con l'ausilio di slide sobrie, con un logo stilizzato "RC" a presentare il reddito di cittadinanza e una riga tricolore a sottolineare "Quota 100". "Non solo promesse elettorali, ma un progetto di politica economica sociale", afferma Conte.
"Fondiamo un nuovo welfare State al passo con l'Europa", con una "rivoluzione del mondo del lavoro", annuncia Di Maio. E a Matteo Renzi che sottolinea come il reddito sia stato ridimensionato rispetto alle promesse pentastellate, replica: "Sta rosicando".
Il leader M5s rassicura sui punti più controversi della misura pentastellata, digerita a fatica dalla Lega. Non andrà tutta al Sud, ma per il 50% al Mezzogiorno e per il 50% al centronord. E non sarà puramente assistenzialista: ci sono norme "anti-divano" e per evitare gli abusi e "non converrà rifiutare la prima offerta di lavoro, perché la seconda può essere più lontana, e la terza in tutta Italia".
E ancora, spiega Di Maio, si stimolerà l'economia perché "chi non spenderà entro il mese i soldi con la card li perderà". Le pensioni di cittadinanza andranno da 780 euro per i singoli a 1032 euro per i nuclei familiari. E si è posto rimedio sul tema dei disabili, su cui la Lega aveva alzato barricate, minacciando di non votare la misura: "Ci sarà un'integrazione per 255mila famiglie con persone con disabilità", dice Di Maio. Mentre Salvini non esclude che nel passaggio parlamentare si faccia di più.
Nell'ultima versione del testo spunta anche il commissariamento dell'Inps per il tempo che servirà a riformare la governance tornando da una gestione monocratica a una collegiale. Per garantire che non si sforino gli stanziamenti per quota 100, a 'pagare' potrebbe essere il ministero di Di Maio. Ma lui difende la misura, introdotta in via sperimentale per tre anni: "E' un diritto inviolabile". E Salvini, che dedica la misura a Monti e alla Fornero ("Piangerà ancora") rilancia: "I soldi ci sono per tutti e se avanzano andranno ad abbassare le tasse. Le uscite creeranno 1 milione di posti di lavoro. E garantiamo il tfs (il trattamento di fine servizio, ndr) senza costi per gli statali. L'obiettivo resta quota 41 per le pensioni".
Il ministro sostiene che dalle misure targate Lega, da flat tax a pace fiscale, vengono coinvolti 10 milioni di persone. Nel giorno in cui Silvio Berlusconi annuncia la sua candidatura, M5s e Lega lanciano così la volata elettorale. Da qui al voto, sarà corsa ad attuare le misure e sminare i nuovi dossier che attendono il governo.
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