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Manovra, Tria: "L'Italia è in stagnazione. Non vedo alcuna recessione"

Giovanni Tria, ministro dell'Economia

«Aspettiamo i dati sull'ultimo trimestre 2018. Non vedo una recessione, vedo una situazione di stagnazione». Lo dice il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, in un’intervista al Corriere della Sera nella quale ripercorre il complicato percorso per approvare la manovra ma, afferma, «credo che alla fine il governo abbia saputo prendere le decisioni giuste nell’interesse dell’Italia. Le scelte non sono mai facili, specie in una fase di forte rallentamento economico».

«Il problema era che, una volta disinnescati gli aumenti Iva lasciatici dal governo precedente, il deficit 2019 tendeva già quasi al 2% del Pil. Non c'era molto spazio. Ugualmente, prevalse l’idea che si dovesse essere espansivi per sostenere la ripresa. Lì c'è stata una divergenza, io ero più dell’opinione che si dovesse mantenere un deficit più contenuto. Poi la situazione economica è peggiorata in Europa e in Italia. Si è capito che c'era un forte rallentamento».

Il problema dell’Italia con Bruxelles lo considera risolto o rinviato? «Io dico che, per ora, è risolto. Ovviamente in futuro c'è il tema del debito e della crescita con cui si aggiusta l'economia», «io mi auguro che in futuro le regole possano essere cambiate. Non per fare finanza allegra, ma perché credo che il Fiscal compact sia sbagliato».

Tra le altre cose, Tria risponde sulle voci sulle sue dimissioni: 'Esiste una lettera di dimissioni già scritta?', gli viene chiesto? «Non c'è mai stata una lettera di dimissioni, neppure nella mia testa. È chiaro che se in futuro il governo impazzisse... Anche Salvini si dimetterebbe se il governo aprisse le strade all’immigrazione. Ma un ministro dell’Economia non si dimette così, alla leggera, c'è un senso di responsabilità».

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