«La manovra è espansiva, la crescita è un’altra cosa. Adesso occorre aprire tutti i cantieri pronti a partire. Nel Paese c'è una grande emergenza che si chiama lavoro. Occorre trovare soluzioni, creare occasioni. Le analisi di impatto devono partire e puntare al calcolo dei posti di lavoro che attivano. Solo nel settore costruzioni ne abbiamo persi oltre 600 mila dall’inizio della crisi». A dirlo è il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, in un’intervista al Corriere della Sera.
«I costruttori dell’Ance hanno calcolato che sono bloccate in Italia ventisette grandi opere al di sopra dei 100 milioni - al Nord, al Centro e al Sud - che se si avviassero darebbero lavoro a 400 mila persone con una ricaduta sull'economia di 86 miliardi», sottolinea Boccia, secondo cui «il lavoro è la prima delle emergenze».
Per Boccia occorre «un taglio netto del cuneo fiscale che tra tasse e contributi incide per oltre il 70%, nonché detassazione e decontribuzione totale dei premi di produzione per i contratti di secondo livello aziendale».
Inoltre va «avviato un grande piano di inclusione giovani con la decontribuzione e la detassazione totale per le assunzioni a tempo indeterminato. Così si può affrontare l’emergenza lavoro e lo si può fare guardando oltre la Manovra, perché molte misure non impattano sul primo anno».
Nell’intervista Boccia chiede «quanto prima una legge che misuri la rappresentanza, perché è evidente che il confronto lo si fa con chi rappresenta e non con chi vuoi tu».
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