Fca scende in campo contro l'ecotassa sulle auto inquinanti a sostegno del bonus per elettriche e ibride: se non verrà cancellata potrebbe essere costretta a ritirare il piano di investimenti da 5 miliardi di euro annunciati per l’Italia. In serata arriva la risposta del vicepremier Luigi Di Maio: «Troveremo una soluzione. Sono convinto del fatto che possiamo fare bene nella lotta all’inquinamento, negli incentivi all’auto elettrica, ibrida e a metano, senza danneggiare o provocare choc nei piani industriali delle aziende».
È il responsabile per l’Emea di Fca Pietro Gorlier a lanciare l’allarme in una lettera al presidente del Consiglio regionale del Piemonte Nino Boeti. Gorlier spiega che Fca non andrà alla riunione sul settore auto dei Consigli del Piemonte e di Torino, aperta ai sindacati, prevista per domani e poi annullata.
«Negli ultimi giorni - afferma - lo scenario è stato significativamente modificato da interventi sul mercato dell’auto in discussione all’interno della Legge di Bilancio, che a nostro avviso alterano l’intero quadro d’azione all’interno del quale il piano per l’Italia era stato delineato. Se tale intervento fosse confermato fin dal 2019 si renderà necessario un esame approfondito dell’impatto della manovra e un relativo aggiornamento del piano».
«Se il piano di investimenti presentato ai sindacati è solido Fca continui il confronto con il Governo», ribatte la sindaca di Torino Chiara Appendino, mentre per il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino «inquieta questa non certezza delle politiche del governo in un settore strategico per il Piemonte e per l’Italia». Contro l’ecotassa alzano la voce i costruttori e i sindacati. Anfia, Unrae e Federauto ribadiscono la loro netta opposizione alla proposta «che si tradurrebbe in un serio fattore di destabilizzazione per il settore, mettendone anche a rischio l’occupazione».
«Il rischio che Fca debba rivedere il piano è assolutamente da evitare», afferma la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. Concorda il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo: «Chiediamo di eliminare quella norma che rischia di far compromettere tutto il piano industriale di Fca. Non possiamo permettere che per disattenzione si rimetta in discussione un settore con 200 mila addetti».
«Purtroppo i nostri maggiori timori si stanno realizzando», osserva il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. «Ci troveremo nella situazione grottesca che il ministro Di Maio per decreto cancellerà i posti di lavoro dei concittadini operai di Pomigliano», sostiene Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim Cisl. La pensa così anche il segretario generale Fismic Confsal Roberto Di Maulo: «Serviva un cittadino di Pomigliano per mettere a rischio migliaia di posti di lavoro nello stabilimento campano difeso strenuamente dalla lotta dei lavoratori per 10 lunghi anni».
Per il responsabile del settore automotive della Fiom, Michele De Palma, «il piano di Fca va implementato e non messo in discussione».
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