Da gennaio arriva un'ecotassa sull'acquisto delle auto 'tradizionali', cioè alimentate con carburante più inquinante come quelle a benzina. La nuova tassa, contenuta nella manovra, è stata annunciata da una nota congiunta del sottosegretario alle Infrastrutture e trasporti, Michele Dell'Orco, e il sottosegretario allo Sviluppo economico, Davide Crippa.
La norma prevede, da gennaio e per i prossimi tre anni, un'imposta per chi acquista una nuova auto a benzina o diesel dovrà pagare un'imposta calcolata in base alle emissioni di CO2 rilasciate. La tassa, pagata all'immatricolazione varia dai 150 ai 3000 euro. Secondo un calcolo fatto dal Corriere della sera, chi decide di acquistare una Panda nuova (la più venduta in Italia) o una Fiesta andrebbe a pagare fino a 400 euro in più. In generale, per la maggior parte di modelli di auto la tassa si aggirerebbe in media su oltre 300 euro.
Scattano invece incentivi per chi sceglie auto più ecologiche. Chi acquisterà veicoli meno inquinanti come quelli elettrici, ibridi e a metano potrà usufruire di un contributo economico fino a 6mila euro, calcolato sempre sulla base della CO2 emessa per chilometro.
"Con l'approvazione di un emendamento alla legge di Bilancio - si legge nella nota - è stato introdotto per la prima volta in Italia un contributo per l'acquisto di autovetture, basato sul meccanismo del bonus/malus ecologico".
Si dice assolutamente contrario all'ecotassa il ministro dell'Interno Matteo Salvini: "Io sono contrario ad ogni ipotesi di nuove tasse sull'auto che è già uno dei beni più tassati".
Contrari anche metalmeccanici e concessionari auto, con Fim Fiom, Uilm e Federauto schierati insieme contro l'iniziativa di governo e preoccupati dall'impatto che un meccanismo di bonus-malus così architettato potrà avere sull'economia del Paese e sull'occupazione di un settore già esposto agli alti e bassi della crescita.
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