Per il reddito di cittadinanza «penso che la domanda sarà necessaria, prima però è possibile avvisare le persone che potenzialmente hanno diritto e questo con la precompilata Isee si può fare. Ma le domande dovrebbero passare dai Comuni». Così il presidente dell’Inps, Tito Boeri, in un’intervista al Messaggero in cui assicura: «Noi ce la metteremo tutta per farlo funzionare al meglio, ma ancora non abbiamo visto un articolato. E i ritardi pesano: non si può pensare di chiudere la norma il 31 dicembre e poi partire con l'applicazione dal primo gennaio».
Boeri propone un reddito di cittadinanza che parta in modo graduale, «con soglie più basse e una platea parziale per
raggiungere in modo mirato chi ha davvero bisogno», continuando ad utilizzare la rete dei Comuni già attivata con l’attuale Rei.
Tra i rischi della misura, «il principale è quello di disincentivare le persone dal cercare lavoro. Su questo fronte i controlli sono utili ma occorre soprattutto disegnare lo strumento in modo che resti conveniente lavorare: si può fare ad esempio prevedendo un decalage per il venir meno del diritto alla prestazione, oppure escludendo alcuni tipi di reddito dal computo dell’assegno».
Sulle pensioni, Boeri suggerisce un meccanismo di uscita anticipata in cui l’importo sia corretto in base all’età di
uscita, in modo da assicurare il rispetto dei vincoli di spesa fissati. Quanto all’eventuale cancellazione del meccanismo di adeguamento all’aspettativa di vita, «sulle pensioni di vecchiaia l’effetto sarebbe devastante», avverte, mentre «sulle sole pensioni anticipate ci sarebbe un impatto più gestibile».
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